Presidente Rai convocato in Commissione
Comincia l’era di Carlo Fuortes e Marinella Soldi in Viale Mazzini. Tre anni di mandato – e su questo sono tutti d’accordo – sono pochi per cambiare il volto della Rai. Ma il nuovo ad e il nuovo presidente, che hanno appena ricevuto la “benedizione” del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dovranno fare di necessità virtù. Si parte. E un primo assaggio di cosa hanno in mente arriverà mercoledì 4 agosto alle ore 20 quando scenderanno nell’“arena” di San Macuto per la prima volta. Ad attenderli i commissari della Vigilanza Rai. Uno scambio di saluti, intendiamoci, sono appena arrivati. Ma Fuortes ha dato l’impressione di avere già le idee parecchio chiare sul come procedere.
Innanzitutto conti in ordine, e quindi nel primo cda Rai il budget 2021 è passato da -57 milioni (-48 per l’esattezza) al pareggio grazie ai buoni uffici degli spot e a qualche taglio ben distribuito alle direzioni. Ma le decisioni più importanti da prendere, quelle strategiche, sono altre.
La prima cosa da decidere è se il piano industriale di Fabrizio Salini “Digital first” sarà portato a termine o verrà gettato nel cestino. Approvato a marzo 2019, è rimasto a metà del guado per “poche risorse e neanche certe”, come ripeteva Salini. Poi c’è stata la pandemia e anche i dirigenti e i giornalisti ci hanno messo una “buona parola”. Che fare? Prevede nove direzioni orizzontali per dare un calcio a “vecchi feudi e potentati e alle vecchie logiche”. Di fatto direzioni mai diventate operative alcune delle quali, come quella dell’approfondimento, hanno in pancia 180 giornalisti ma non un direttore. Un esercito senza generale.
Altra riforma incompiuta è quella delle news. Gli italiani si aspettavano una testata multipiattaforma che integrasse RaiNews, RaiNews.it, TGR e Televideo. E poi Rai24, “uno dei più importanti portali dell’informazione del Paese”, con “più spazio a inchieste e approfondimento”. Ma gli italiani non hanno visto nulla, Rai24 c’è ma non si vede. E si vedono invece gli stessi programmi d’informazione e i soliti telegiornali. Salini dice che per Rai24 “basta girare la chiavetta”. Fuortes la girerà?
Anche il nuovo bouquet di 15 canali, con il canale in inglese, quello istituzionale e quello per target femminile, sono rimati nel cassetto. In compenso il palinsesto è ancora appaltato ai soliti noti e alle stesse società di produzione esterne. Anche qui c’è tanto da lavorare, anche perché quei canali erano previsti dal contratto di servizio e la tv di Stato ancora non parla inglese. In compenso la Radio va bene e anche RaiPlay si può considerare un’operazione riuscita.
In autunno verrà il tempo delle nomine. Il “sangue” che attira gli “squali” della politica. Non quelle nomine di secondo piano, di cui di recente AdgInforma.it ha fatto un puntuale resoconto. Ma quelle delle Testate giornalistiche nazionali, a partire dal Tg1. Sarà in grado l’uomo scelto da Draghi di applicare il “metodo Draghi”, prendere decisioni in piena autonomia e indicare i “migliori”? E a proposito di scelte, serve il via libera ad Amadeus per Sanremo. Non c’è tempo da perdere che deve ancora convincere Fiorello.
Bisognerà inoltre mettere mano alla gestione degli immobili Rai. E tra le operazioni da avviare c’è l’annosa bonifica dall’amianto della sede romana di Viale Mazzini e il trasferimento milanese del centro di produzione. Il via libera del board Rai è giunto sul filo di lana della consiliatura: ora bisogna organizzare il trasloco da Via Mecenate e Corso Sempione all’ex Fiera del Portello. La “Saxa Rubra del Nord” – come l’hanno già ribattezzata – vedrà la luce entro il 2025 ed ospiterà il Centro di produzione. Milano esulta, Roma tuona, Fuortes dovrà muoversi con i piedi di piombo.
Fuortes troverà sul tavolo del settimo piano, tra l’altro, ben tre contratti da rinnovare. Quello di quadri, impiegati e operai scaduto da due anni e sette mesi. Quello dei giornalisti, che devono rinnovare l’integrativo. E quello dei dirigenti. Il primo, che coinvolge oltre diecimila dipendenti (tra Rai, Rai Way, Rai Cinema e Rai Com) vale – a quanto apprende AdgInforma.it – 23,5 milioni. Il cda del 30 giugno scorso ha preso visione di questo impatto economico finanziario, ha valutato l’opportunità che se ne occupasse un board in scadenza.