Catello Maresca, candidato sindaco a Napoli: ‘Fare il sindaco a Napoli è un atto di eroismo’
«A Napoli, secondo dati di Open Bilanci del 2019, la spesa investita in welfare è quattro volte inferiore rispetto a quella impiegata per il settore a Milano. Secondo una stima del Miur, invece, dei 90 mila bambini al di sotto di tre anni che non hanno accesso al nido, il 34 per cento è campano. Due esempi lampanti dell’insipienza con cui negli ultimi anni la sinistra ha governato anche sul piano delle politiche sociali e dell’attenzione alle famiglie e ai più fragili». È un vero e proprio atto d’accusa contro chi ha governato la Capitale del Sud quello formulato da Catello Maresca, candidato sindaco del centrodestra a Napoli.
«Il modello proposto da Pd e M5S per Napoli in questa campagna elettorale – ricorda infatti Maresca – non è altro che la brutta copia del passato. Il solito metodo clientelare e consociativo delle cooperative che un pezzo della coalizione di Manfredi conosce bene».
«Noi – aggiunge l’ex-magistrato anticamorra – vogliamo dare ai napoletani i servizi che meritano lasciando loro piena libertà. Lavoriamo per far sì che i cittadini possano richiedere le prestazioni di cui hanno bisogno e scegliere gli operatori che li erogano». Dalle parole ai fatti: il pensatoio di Maresca sta già studiando l’utilizzo delle risorse del Pnrr destinate all’edilizia scolastica. L’obiettivo è finanziare l’ampliamento dei posti negli asili nido e la realizzazione di centri di aggregazione destinati a giovani e anziani. Non è più il tempo delle clientele sulla pelle dei napoletani.
“Oggi fare il sindaco di città come Napoli e Roma forse è addirittura un atto di eroismo“. Lo ha detto Catello Maresca, dai microfoni Omnibus su La7: “Dobbiamo dire la verità. È accertato un buco finanziario di quasi 3 miliardi di euro. Chi analizza anche più attentamente i conti parla di 5 miliardi. Qualcosa che farebbe tremare i polsi a chiunque. Nessuno ci sta a fare il sindaco in queste condizioni. E’ chiaro quindi che c’è bisogno di un piano serio che preveda il coinvolgimento della Regione e anche del governo che intervenga su un ripianamento dei debiti pregressi. A noi preoccupa soprattutto rimettere in moto la macchina amministrativa”.
Catello Maresca è un magistrato italiano. Prima di candidarsi a sindaco di Napoli nel 2021 con il sostegno del centrodestra, ha lavorato presso la Direzione distrettuale antimafia (DDA) e come sostituto procuratore presso la Procura Generale di Napoli.
Catello Maresca dice non correre con i simboli di Lega, Fi e Fdi per non ‘intaccare la forte connotazione civica della sua candidatura a sindaco. Per evitare la rottura e mandare all’aria una campagna elettorale di fatto già iniziata da tempo (e un accordo che sembrava ben saldo sul nome del pm antimafia) Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani starebbero ragionando su una soluzione di compromesso. Che metterebbe tutti d’accordo alle prossime comunali.
Sul tavolo ci sarebbero due opzioni. Il listone unico a sostegno di Maresca, ma con i tre simboli dentro. Oppure l’ipotesi, considerata la più accreditata nelle ultime ore, che ognuno corra per sé. Con due liste in campo: una di Fratelli d’Italia e una formata da Lega e Fi che potrebbe chiamarsi ‘Prima Napoli’.
Salvini sin dal primo momento ha sponsorizzato il ‘civico’ Maresca. E non intende mollare. Intanto sia Fratelli d’Italia che Forza Italia non intendono rinunciare al loro ‘marchio’. ”Se Maresca non vuole i simboli di partito, Fdi non è disponibile a sostenerlo”, taglia corto Meloni. Che chiede di convocare subito un vertice con gli alleati. Il partito di Meloni, raccontano, è pronto anche a correre da solo e ha il suo nome su cui puntare, l’avvocato Sergio Rastrelli.
‘‘Maresca è un candidato civico che a noi non dispiace, ma il simbolo di Fi non può sparire”, mette in chiaro Antonio Tajani, coordinatore nazionale azzurro. Parole condivise da Arcore. Raccontano, infatti, che Silvio Berlusconi, pur avendo dato in passato il suo via libera al magistrato, non intenda ‘sacrificare’ il simbolo azzurro. “Non ci vergogniamo della nostra storia e non vogliamo certo rinunciarci”.
La Lega prova a mediare e per bocca del deputato napoletano Gianluca Cantalamessa: “Troveremo una sintesi nell’interesse della città di Napoli. La Lega ha dato disponibilità ad anteporre il progetto Napoli al discorso dei simboli. Siamo certi che riusciremo a trovare la sintesi migliore, per il bene della città, non per l’interesse dei singoli partiti”.
Matteo Salvini per raccogliere le firme a sostegno del referendum sulla giustizia promosso dalla Lega e dai Radicali: è stato a Napoli e al gazebo è stato presente anche il magistrato Catello Maresca.
Maresca continua a ribadire che il suo è un “progetto civico”, definendolo “un laboratorio di civismo che raccoglierà le migliori energie per riscattare la città da 30 anni di malgoverno”, ma intanto correrà coi simboli di partito sebbene per settimane avesse rigettato questa ipotesi e non più tardi di quindici giorni se ne fosse uscito con l’espressione poco elegante “me ne fotto dei simboli”.
E in realtà pure al segretario della Lega sembra importare poco visto che correrà senza il simbolo del partito – ma con un logo con la scritta “Prima Napoli” alle elezioni amministrative.
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