Berlusconi. “Bipolarismo italiano è imperfetto ma resterà dopo Draghi”
“Il bipolarismo in Italia è certamente imperfetto, ma è un grande passo avanti verso la democrazia compiuta. Nella Prima Repubblica abbiamo conosciuto 50 anni sostanzialmente privi di ricambio della classe dirigente. Questa è certamente una delle cause dell’implosione di quel sistema”. In una lunga lettera inviata al Corriere della Sera il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, fa il punto sul bipolarismo, concetto di centro e nascita del governo Draghi.
Ricorda come nel 1994 nacquero “due schieramenti legittimati a governare, uno di centro-destra e l’altro di centro-sinistra, che da allora si sono alternati alla guida del Paese. In modo non esente da difetti, ma anche in Italia si è realizzata quella democrazia dell’alternanza”. Questo aspetto, scrive Berlusconi, “non viene meno neppure con il governo Draghi, che nasce in circostanze eccezionali e non esprime una formula politica per il futuro”. Dunque finita questa esperienza di governo di larghe intese si ritornerà allo schema classico precedente.
“Bipolarismo naturalmente non significa, nella mia visione, una guerra tribale nella quale l’avversario sia delegittimato, demonizzato e se possibile distrutto. Significa al contrario un sistema maturo nel quale il senso dello Stato e della comune responsabilità istituzionale unisce i due schieramenti. Questo è precisamente il ruolo che Forza Italia ambisce ad esercitare nell’ambito dello schieramento che noi abbiamo fondato, il centro-destra. Un centro-destra al quale rivendico come merito di essere sempre stato leale, fino al punto di sacrificare spesso, quando guidavo il governo, le ragioni di partito a quelle della coalizione. Del resto leadership significa esattamente questo. Ciò non ha mai limitato la nostra capacità di iniziativa politica”.
“Forza Italia rappresenta l’unica forza politica che possa definirsi coerentemente liberale, cristiana, europeista e garantista. Un’identità e un ruolo che si possono esercitare, non solo in Italia ma in tutte le democrazie occidentali, solo in una coalizione di centro-destra. Una coalizione che naturalmente comprende forze molto diverse da noi, per cultura, tradizioni e stile politico, ma ciò non è affatto in contraddizione con il bipolarismo né lo sarebbe con il bipartitismo, se un giorno arriveremo — come auspico — al partito unico del centro-destra”. E per giustificare queste diversità, riferendosi a Lega e FdI, ricorda le differenze esistenti sia nel partito repubblicano che democratico negli Usa.
E poi spazio al concetto di ‘centro’ politico che per l’ex presidente del consiglio non si identifica con quello tedesco “stabilmente al governo perché in grado di allearsi indifferentemente con la destra e la sinistra”.
“È invece il centro del Partito popolare europeo, che noi orgogliosamente rappresentiamo in Italia, alternativo alla sinistra come lo sono la Cdu in Germania, il Partido popular in Spagna, i Repubblicani in Francia. A differenza di altri Paesi, però, in Italia alla nostra destra non vi sono forze eversive o irresponsabili, tranne frange marginali, ci sono grandi partiti democratici, diversi da noi ma con i quali collaboriamo da 27 anni”. “Certo, ogni richiamo a consolidare la vocazione e l’identità di Forza Italia va esattamente nella direzione in cui sto lavorando. Non per realizzare un’improbabile politica dei due forni, che non ci è mai appartenuta, ma – conclude Berlusconi -per rafforzare il profilo liberale ed europeista di un centro-destra di governo, destinato a guidare il Paese dal 2023, che sarà possibile soltanto a queste condizioni”.