Draghi all’Onu: Il G20 sull’Afghanistan si farà
Afghanistan ma anche Covid, clima, multilateralismo e migranti. Sono questi alcuni dei temi affrontati nel lungo discorso tenuto nella dal presidente del consiglio italiano, Mario Draghi, intervenuto al dibattito generale della 76esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il premier, innanzitutto, conferma che il G20 straordinario sulla crisi afghana si farà anche perché il regime dei talebani ha smantellato i “progressi degli ultimi 20 anni relativamente alla difesa delle libertà fondamentali, soprattutto per le donne”.
In Afghanistan, spiega Draghi, “l’Italia si è immediatamente attivata per favorire il più ampio coordinamento fra i principali attori globali e regionali. Come Presidenza di turno, abbiamo messo a disposizione la piattaforma del G20, per sua natura ampia ed inclusiva. Abbiamo promosso una riunione dei Ministri degli Esteri, in preparazione del vertice straordinario che si concentrerà sui temi dell’aiuto umanitario, della sicurezza e dei diritti umani”.
“La situazione umanitaria in Afghanistan è la più immediata e condivisa preoccupazione, anche per l’approssimarsi della stagione invernale – fa notare il presidente del Consiglio – Secondo il World Food Programme, una persona su tre nel Paese è esposta a insicurezza alimentare. L’Italia ha fiducia nella capacità del sistema delle Nazioni Unite di coordinare la risposta umanitaria internazionale, mobilitando risorse e assicurando un intervento rapido e coerente”.
Nel Paese, continua, “stiamo assistendo allo smantellamento dei progressi degli ultimi 20 anni relativamente alla difesa delle libertà fondamentali, soprattutto per le donne. Tutti coloro che hanno sottoscritto la Carta delle Nazioni Unite e che si richiamano ai valori fondanti di questa Organizzazione devono impegnarsi per una risoluzione della crisi”.
“La comunità internazionale – è l’ammonizione del presidente del Consiglio – deve presentarsi coesa nell’esigere che tutti i cittadini afghani possano vivere in dignità, pace e sicurezza; che sia assicurata la tutela delle categorie vulnerabili; e che le donne mantengano i diritti fondamentali, primo fra tutti quello all’istruzione”.
“La composizione del nuovo esecutivo afghano non risponde alle aspettative della comunità internazionale di un governo inclusivo e rappresentativo delle diverse componenti etniche, sociali e religiose del Paese. I nuovi governanti devono dimostrare con le loro scelte, e non solo a parole, di credere nel rispetto delle libertà individuali”, afferma Draghi.
“La crisi afghana – rimarca il presidente del Consiglio – deve essere affrontata anche per quanto riguarda le ripercussioni sulla stabilità della regione e sulla sicurezza. La sua complessità richiede necessariamente una strategia il più possibile condivisa. Dobbiamo evitare che il Paese torni ad essere una minaccia per la sicurezza internazionale. Mi riferisco in particolare alla presenza in territorio afghano di gruppi affiliati ad Al-Qaeda e Daesh”.
“La comunità internazionale – esorta il presidente del Consiglio – deve collaborare con efficacia, a partire dallo scambio di informazioni. L’Italia è da tempo impegnata nelle sedi internazionali in tema di contrasto al terrorismo. Bisogna coniugare gli obiettivi in termini di sicurezza con la prevenzione, la tutela dei diritti umani, il rispetto dello stato di diritto. E occorre affrontare le cause profonde, economiche e sociali, che portano alla radicalizzazione e all’estremismo violento”.
“A più di un anno e mezzo dall’inizio della crisi sanitaria possiamo pensare al futuro con maggiore ottimismo. La campagna di vaccinazione ci ha restituito fiducia nella nostra capacità di conquistare una nuova normalità”, dice Draghi. Ma gli effetti sociali ed economici sono stati negativi per tutti e sono stati più marcati “per gli Stati a basso reddito”. E proprio questi Stati hanno bisogno di aiuto dal sistema internazionale per evitare, è il ragionamento del premier, che “la divergenza economica rischia di cancellare anni di progressi nella lotta alla povertà e rendere ancora più difficile il raggiungimento degli obbiettivi di sviluppo sostenibile”. Nelle parole del presidente del consiglio italiano emerge la preoccupazione anche per il clima.
“La lotta al cambiamento climatico – dice Draghi – richiede un impegno multilaterale e la cooperazione pragmatica di tutti i principali attori globali, sia le economie ricche sia quelle emergenti. Dobbiamo agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo, ma nel rispetto delle diversità nazionali. Intendiamo raggiungere un’intesa globale per interrompere al più presto l’uso del carbone, e, coerentemente con questo obiettivo, per bloccare il finanziamento di nuovi progetti di questo tipo. Vogliamo eliminare gli incentivi ai combustibili fossili e promuovere la loro sostituzione con fonti rinnovabili”.
“La transizione ambientale – rimarca Draghi – ha dei costi significativi ed è essenziale che i governi si impegnino direttamente per aiutare cittadini e imprese a sostenerli. Ma può essere anche un motore di crescita economica”.
“La risposta alle sfide che dobbiamo affrontare – dalla pandemia, al cambiamento climatico, alle crisi internazionali – risiede nel multilateralismo efficace, fondato su un dialogo inclusivo e aperto. È in questa prospettiva che l’Italia intende continuare ad assicurare il proprio contributo di idee e risorse, a beneficio di tutta la comunità internazionale”, ha concluso il presidente del Consiglio. Un multilateralismo richiesto da Draghi anche nell’affrontare la gestione dei migranti attraverso “una risposta comune da parte della comunità internazionale. Dobbiamo lottare con efficacia contro il traffico di persone, assicurare una mobilità internazionale regolare, e tutelare la vita delle persone. È essenziale un’azione multilaterale, strutturata intorno ai principi di condivisione degli oneri e delle responsabilità”.