Green pass, ecco la prima azienda italiana che paga i tamponi ai dipendenti
NaturaSì, la catena di supermercati bio, ha deciso di contribuire ai costi dei tamponi per tutti i dipendenti ancora sprovvisti della certificazione verde
Una catena di supermercati si muove apertamente controcorrente rispetto all’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori del settore pubblico e del settore privato imposto dal governo Draghi. Si tratta di NaturaSì. La società, fondata a Verona nel 1992, si occupa di prodotti biologici, e conta più di 1.600 dipendenti su tutto il territorio nazionale, con 300 punti vendita in particolare nelle maggiori città italiane.
In un comunicato stampa la stessa azienda ha fatto sapere di schierarsi a favore della difesa della salute pubblica e della sicurezza sul lavoro, ma di voler tutelare “il diritto e la dignità del lavoro nel rispetto della libertà individuale”.
Green pass obbligatorio, caso NaturaSì: paga i tamponi dei dipendenti non vaccinati
Per questo NaturaSì contribuirà al costo dei tamponi per tutti i dipendenti ancora sprovvisti della certificazione verde e che dunque dovranno effettuare i test ogni tre giorni per poter continuare a lavorare senza incorrere in provvedimenti e sanzioni.
Il presidente Fabio Brescacin ha sottolineato nella nota diffusa sui canali ufficiali del gruppo di non volere entrare nella polemica sui vaccini anti Covid e sulla decisione del Governo di rendere il Green pass obbligatorio per tutte le attività.
Green pass obbligatorio, caso NaturaSì: perché pagherà i tamponi ai dipendenti
Sono tre i principi alla base della scelta, in conformità con la mission aziendale.
Rispetto della salute delle persone e della Terra.
Rispetto della libertà individuale.
Rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Il coronavirus, ha spiegato il presidente di NaturaSì, sta facendo vivere a tutta la società una situazione molto difficile, esasperando il dialogo e le relazioni tra le persone, diventando argomento principale del dibattito pubblico e delle scelte del mondo aziendale.
Contribuire al costo del tampone per i dipendenti che hanno scelto di non sottoporsi al vaccino anti Covid è stata, secondo Fabio Brescacin, “una scelta di non facile gestione”, considerando anche che diversi negozi del marchio sono guidati da imprenditori in franchising.
Con i responsabili dei singoli punti vendita, viene spiegato nella nota stampa, NaturaSì capirà in che modo attuare la strategia per rendere i tamponi accessibili a tutti i dipendenti pur rispettando “sia le scelte dei lavoratori che quelle dei clienti”, appoggiandosi per i test ai centri autorizzati e convenzionati con lo Stato.
NaturaSì paga i tamponi ai dipendenti: scoppiano le polemiche sulla decisione
La decisione del gruppo è già oggetto di polemiche da parte del mondo della politica e della comunità scientifica. Da una parte trova l’appoggio di chi sostiene il diritto universale al lavoro o considera il Green pass uno strumento dannoso per le libertà personali.
D’altro canto il modello, se replicato da più aziende, potrebbe rischiare di mettere a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi della campagna vaccinale, considerando che la decisione del Governo di rendere la certificazione verde obbligatoria per tutte le attività è stata presa proprio per accelerare la somministrazione dei preparati anti Covid.