Condanna Coscioni e Cirielli (FdI): “Si applichi la Legge Severino”
La seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha condannato Enrico Coscioni a due anni di reclusione con pena sospesa per l’accusa di violenza privata tentata e continuata, aggravata dall’abuso di potere. Per l’ex consigliere per la Sanità del presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca, il sostituto procuratore generale Maria Di Addea aveva chiesto una condanna a 4 anni per il reato tentata concussione e, in subordine, la riqualificazione del reato in tentata violenza privata. Coscioni è stato coinvolto in un’indagine della procura di Napoli sulle pressioni esercitate nei confronti di tre manager della Sanità per indurli a dimettersi. In primo grado venne assolto, con la formula “il fatto non sussiste”, dal collegio C della IV sezione penale del Tribunale di Napoli, con un verdetto emesso nel dicembre 2018. La procura però ha impugnato il provvedimento e ha ottenuto poi in secondo grado la condanna dell’imputato.
“Nella logica politicamente malata del deluchismo sanitario e’ evidentemente un merito avere una condanna. Il presidente della Regione afferma che non cambia nulla nel rapporto con Coscioni: suo candidato, suo dirigente sanitario, suo presidente dell’Agenas. Coscioni è l’emblema di una sanità che in Campania non è fatta per curare i cittadini ma per gestire potere ai fini clientelari. È incredibile che il Ministro Speranza resti a guardare anche su questa vicenda. Dopo il caso Mastursi, allontanato temporanea e nel tempo reintegrato nella squadra deluchiana, è il tempo di Coscioni. Alle condanne dovrebbero seguire dimissioni ma per De Luca sono acqua fresca se non addirittura un titolo di merito”, dichiara il senatore Antonio Iannone, Commissario Regionale di Fratelli d’Italia in Campania.
‘’La legge Severino dovrebbe essere applicata per il caso di Enrico Coscioni”. A chiederlo, in una nota, è il deputato e Coordinatore della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, a seguito della condanna dell’attuale presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) a due anni di reclusione (pena sospesa) per violenza privata tentata e continuata, aggravata dall’abuso di potere. “La Conferenza Stato Regioni, che l’8 ottobre 2020 diede il via libera alla nomina del fedelissimo del governatore della Campania De Luca, prenda atto della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli e provveda a sospendere dall’incarico il dottore Coscioni. Sorprende e non poco, a distanza di tre giorni dall’emissione della sentenza, il silenzio assordante proprio della Conferenza Stato Regioni, mentre il governatore De Luca si è trincerato dietro ad un “non cambia nulla”. E, invece, cambia tutto perché questa legge dovrebbe riguardare proprio casi come questo, ossia di persone che usano violenza e minacce nell’esercizio del potere pubblico, forti di un intimo rapporto politico con il “capo”. La responsabilità morale di De Luca è evidente e non si capisce come mai la Regione non si sia costituita parte civile: forse, perché l’imputato è un suo fedelissimo? O c’è qualche altro motivo? A questo punto – conclude Cirielli – auspico che il ministro della Sanità Roberto Speranza e il ministro della Giustizia Marta Cartabia si interessino della vicenda ed intervengano con lo strumento giuridico più idoneo affinché il posto di presidente dell’Agenas possa essere assegnato a una figura di alto profilo su cui non vi sia alcuna ombra. A questo proposito interpellerò l’Autorità Nazionale Anticorruzione”.