Quirinale: fra Mattarella e Berlusconi spunta l’ipotesi Amato
In attesa che si concluda l’iter parlamentare della Manovra, si scalda la corsa per il Quirinale. Le truppe in Parlamento si dividono sostanzialmente in due gruppi: chi non vede l’ora di spedire Draghi al Quirinale per toglierselo di torno, e chi cerca soluzioni autorevoli per il Colle proprio per consentire al presidente del Consiglio di concludere la legislatura nel 2023, e poi chissà.
Certo è che Sergio Mattarella non sembra per nulla intenzionato a candidarsi per un secondo mandato, e che Draghi viva con malcelato fastidio le voci interessate che lo spingono al Quirinale e che vengono da destra quanto da sinistra. Il suo orizzonte è il PNRR le manovre politiche lo infastidiscono fino al punto di minacciare di lasciare anche Palazzo Chigi dopo gli ultimi spifferi che parlavano di accordi fra i partiti per Daniele Franco presidente del Consiglio con Draghi al Quirinale.https://w.theoutplay.com/5.0.177/frame.html
Rispunta l’ipotesi Amato
Ecco perché negli ultimi giorni è spuntata l’ipotesi che potrebbe mettere d’accordo tutti: quella che porta il nome di Giuliano Amato, il ‘Dottor Sottile’ degli anni ’80 e ’90. Secondo le indiscrezioni sarebbe stato evocato da Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti nella cena in pizzeria dell’altra sera. E non solo. Repubblica oggi riferisce che anche dal Pd la cosa sarebbe confermata: “Quello di Amato è un nome sul tavolo”. Una soluzione di alto profilo come garanzia di una transizione ordinata. Del resto, il dottor Sottile aveva già sfiorato il Colle sette anni fà quando poi Matteo Renzi decise di puntare su Sergio Mattarella. Anche stavolta il nome torna. E magari c’è chi lo immagina come una soluzione ponte, un mandato a tempo – cosa non prevista ovviamente dalla Costituzione – fino alle politiche del 2023.
Rumors e scenari da cui però, nonostante le voci che filtrano dal Nazareno riportate oggi, Enrico Letta continua a tenersi distante. Fermo a non farsi trascinare in quello che definisce un “gioco assurdo”. Sottolinea il segretario dem: “Noi siamo gli unici che non stanno partecipando a questo assurdo gioco del Quirinale. Mi sembrano dei criceti nella ruota: ogni giorno un nome nuovo e tutti dietro a discutere. Di Quirinale si parlerà a gennaio, oggi si parla della manovra, delle scelte che riguardano il futuro degli italiani”.
La road map delineata in Direzione non cambia: manovra, Colle e dopo, se ce ne saranno le condizioni, la legge elettorale. “La discussione sulla legge elettorale potrà prendere corpo solamente dopo l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Prima -dice Letta- tutto è bloccato, il centrodestra si è bloccato in un arrocco interno, determinato dalla scelta che stanno facendo di stare intorno a Berlusconi e a una sua eventuale candidatura”.
Berlusconi e il rischio trappola
Dal centrodestra Antonio Tajani spinge per la candidatura di Silvio Berlusconi: “Lo considero un grande capitano d’industria, un grande uomo di sport e un politico che, anche sul palcoscenico internazionale, ha dimostrato di avere capacità e seguito come ha dimostrato ad esempio l’incontro tra Bush e Putin. Ha tutte le carte in regola”. La bocciatura del ddl Zan in Senato grazie alla tagliola di Lega e Fratelli d’Italia, una vera e propria conta in Parlamento prima dell’elezione per il Colle, ha rinvigorito gli appetiti di Berlusconi. Ma difficilmente l’ex premier otterrà troppi voti fuori dal recinte del centrodestra, il rischio bruciatura è alto, anche solo per avere un pacchetto di voti da portare alla trattativa con la controparte.