De Lise (Ungdcec): commercialisti indispensabili con il nuovo fisco
Cristallo (Agenzia delle Entrate): un tavolo di lavoro permanente con l’Unione in materia fiscale
“La riforma del sistema fiscale rivoluzionerà il mondo delle professioni. I dottori commercialisti, in particolare, saranno chiamati a svolgere compiti quasi del tutto diversi da quelli attuali. Un cambiamento radicale, ma che renderà la figura del commercialista sempre più centrale. Per questo, oltre a puntare su una formazione di qualità, la categoria ha bisogno di tornare a lavorare sui contenuti e fornire puntualmente materiali scientifici agli iscritti. Un compito arduo, anche perché da parte della politica c’è molta diffidenza. Ma sia chiaro che né oggi, né domani l’ambito fiscale potrà prescindere dai commercialisti, categoria che ha grandi competenze in tutti gli ambiti di lavoro”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nel corso del web talk “Riforma del sistema fiscale: analisi, critiche e proposte a un mese dalla emanazione della legge delega”.
E’ stato il secondo appuntamento del ciclo di web talk organizzato dall’Unione, moderato dal segretario Emanuele Serina. “Ci aspettiamo grandi cambiamenti dalla riforma fiscale, soprattutto per la nostra categoria – ha evidenziato Serina -. Per affrontarli servono unità d’intenti e un costante confronto con tutti gli attori in campo. L’obiettivo è rimettere il dottore commercialista al centro dello scenario economico e fiscale italiano. Siamo convinti che la nostra possa essere la professione del presente e del futuro”.
“Siamo finalmente a una svolta sul fisco. Dopo anni di interventi frammentati, è in arrivo una riforma strutturale, a 360 gradi, pensata e realizzata seguendo le indicazioni del Pnrr”, ha affermato Donatella Conzatti (segretario della Commissione Bilancio al Senato). “A cosa si punta? Sicuramente a una semplificazione degli adempimenti, sfruttando anche la tecnologia. Inoltre c’è un tema di razionalizzazione normativa: circa 800 leggi riguardano oggi gli aspetti fiscali della vita dei contribuenti, un quadro che aiuta solo chi vuole avere comportamenti evasivi. Infine, è necessario un miglioramento nel rapporto del contribuente con il fisco”.
Sergio Cristallo, direttore centrale coordinamento normativo Agenzia delle Entrate, ha sottolineato come “le esigenze di semplificazione richieste dai commercialisti sono condivise dall’Agenzia. In questo senso, potrebbe essere molto utile un tavolo di confronto permanente con l’Unione giovani dottori commercialisti, perché ritengo che le difficoltà in tema fiscale siano le stesse per commercialisti e Agenzia, anche se affrontate in momenti diversi. Credo sia auspicabile anche un’opera di raccolta delle norme in pochi testi unici per materia, aggregati in un unico Codice tributario, che diventerebbe un riferimento per il legislatore. E sarà sempre più importante la digitalizzazione”.
Claudio Siciliotti (past president del Cndcec), ha rimarcato come “una vera riforma del sistema fiscale in Italia non ci sia mai realmente stata negli ultimi cinquant’anni. Il mondo è cambiato in mezzo secolo come mai prima d’ora, eppure il Paese è rimasto indietro. Mettere mano a una riforma oggi ha un’importanza capitale, anche perché oggi l’Italia è piegata da mancata crescita, alta tassazione e instabilità politica”.
Secondo Francesco Savio (Giunta Ungdcec), quello attuale “è un momento epocale, siamo davanti alla tela bianca di un quadro. Possiamo creare un futuro importante e bello per il nostro Paese e per noi giovani. Oggi il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è del 33 per cento, un numero drammatico. Per cambiare serve tanta volontà soprattutto da parte della politica. Serve il coraggio di osare”.
Al web talk hanno preso parte anche Maurizio Leo (professore Scuola Nazionale della Amministrazione), Francesco Puccio (presidente Fondazione Centro Studi Ungdcec), Leonardo Nesa (Giunta Ungdcec); Adelaide Rescigno, Claudio Turi, Simone De Giosa e Carmine Noschese delle commissioni di studio dell’Unione