“Una cosa enorme” al Teatro Vascello di Rom
Posti in sala esauriti per lo spettacolo che ha debuttato il 15 novembre al Teatro Vascello di Roma: “Una cosa enorme” di Fabiana Iacozzilli con Marta Meneghetti e Roberto Montosi. La piéce parla della maternità, non quella dolce e stereotipata, ma un punto di vista sulla maternità che si apre con delle registrazioni audio, memorie raccolte da chi mamma è voluta diventare, da chi mamma è non è voluta diventare, da chi mamma non è dovuta diventare e da chi mamma è diventata nonostante non potesse. Ma anche memoria di bambine, desiderose già di generale, che proiettano giochi di cura e fantasie nel futuro. Sul palco i due attori, quasi sempre separatamente, solo alla fine in contemporanea. L’opera è divisa in due scene: nella prima la donna che sta attendendo di partorire “una cosa enorme”, forse un mostro, qualcosa che gorgoglia nella pancia. Un addome smisurato, proprio come l’esperienza di maternità che andrà a fare. Lei è combattuta, pare quasi non volersi arrendere all’ingombrante peso che trasloca in un continuo fare all’interno della scena simbolica ed essenziale, triangolare, realizzata da degli elettrodomestici, una poltrona e una pianta secca, forse morta. È una mamma che prova a sganciarsi da quel perno dell’esistenza che la respinge sempre indietro, con un rinculo tanto maggiore quanto è stata forte la spinta per allontanarsi. Non ci sta a diventare madre, imbraccia un fucile per tirare giù dal cielo una cicogna. Il secondo quadro, sempre realizzato da Fiammetta Mandich, ruota intorno alla figura di un bambino cresciuto, diventato vecchio: è il figlio o il padre anchilosato della donna vista nella prima scena? È il figlio che è nato ed è già vecchio? È il padre che nella regressione senile diviene figlio di sua figlia? Di certo la donna è costretta all’eterna cura, ad essere sempre e comunque la madre eterna. È lei che cambia pannolini e pannoloni, dà il latte ed alimenta, deterge e veste. Fino all’ultima vestizione, quella della salma. La madre beve, fuma, non si vuole dare per vinta a questo destino a cui, nonostante le sue ribellione armata, è inchiodata. Pochissimo testo, una recitazione fisica contemporanea e potente. Lo spettacolo la cui prima nazionale è stata alla Biennale Teatro di Venezia, sarà in scena al teatro Vascello fino al 21 novembre nell’ambito della cartellone del Roma Europa Festival 2021. Barbara Lall