Piano pandemico e Meloni: ‘Avevamo ragione, ora serve subito una commissione d’inchiesta’
“Un piccolo passo verso la verità. Grazie a Fratelli d’Italia è stato approvato ordine del giorno che impegna il governo a fare chiarezza. Sulla mancata attivazione del piano pandemico. Adesso serve una commissione d’inchiesta che faccia luce su quanto accaduto durante la pandemia. E sulla sua gestione. Gli italiani devono sapere. È un loro diritto”. così Giorgia Meloni a proposito del mancato aggiornamento del piano pandemico del 2006. Sul quale, con l’esplodere della pandemia, l’Italia doveva organizzare le risposte sanitarie adatte. Pima di trovarsi “sotto attacco” del virus.
La gravissima lacuna, con annessi scaricabarile dei responsabili, è emersa con la pubblicazione del Report dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Sulla prima risposta dell’Italia al Covid da parte del gruppo internazionale guidato da Francesco Zambon. Sconfessato dal vicedirettore della stessa Oms Ranieri Guerra. Fin dall’emergere del caso Fratelli ha chiesto di scoperchiare il pentolone. E preteso trasparenza con interrogazioni, question time, ricorsi al Tar. Per ottenere tutti i documenti del Cts che il governo ha negato. Il partito di Giorgia ha denunciato fin dal principio “la mancata condivisione delle decisioni ministeriali. Le indecisioni. E pareri secretati dei comitati tecnici“.
Per non parlare dell’aggiramento dei cittadini da parte del ministro Speranza. Che ha mentito. Dai verbali delle prime riunioni emergerebbe che solo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, suggerì di “riferirsi alle metodologie del piano pandemico di cui è dotata l’Italia e di adeguarle alle linee guida appena rese pubbliche dall’Oms”. Ma non fu ascoltato.
I dirigenti ministeriali, sentiti in procura, avrebbero spiegato che il piano non venne attivato perché si riferiva ad una pandemia influenzale mentre Sars-CoV-2 era un virus sconosciuto. Quindi Speranza ha mentito e ha navigato a vista. L’obiettivo del pressing di Fratelli d’Italia è chiarissimo. “Vogliamo chiedere conto di perché il ministro ha mentito”
E se le ombre sulla gestione della pandemia si fanno sempre più fitte è necessario fare luce sull’intero dossier con una commissione d’inchiesta ad hoc. Tante le lacune che pesano sulla gestione ministeriale dell’emergenza. Nessun controllo sugli ingressi dalla Cina, zero interventi sui mezzi di trasporto, mancata attivazione del piano pandemico e l’imperdonabile ritardo sulla distribuzione delle mascherine.
Il deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, è furibondo. La richiesta di una commissione d’inchiesta parlamentare che FdI ha presentato alla Camera è stata stravolta da una serie di emendamenti mirati proprio a negare il motivo per cui il partito di Giorgia Meloni l’ha presentata: fare chiarezza sugli eventi e sulle responsabilità della gestione sanitaria della pandemia. Così, in un video denuncia postato sulla pagina Facebbok, il battagliero esponente di FdI rileva e sottolinea la farsa dell’operazione emendamenti presentati ad hoc e all’ultimo momento. E dichiara: «Si sta verificando un fatto molto grave che si sta consumando nel silenzio totale nelle aule parlamentari e – dispiace dirlo – con la connivenza di tutta la maggioranza che sostiene questo governo. Un’operazione che ha come scopo quello di impedire che si sappia la verità sulla pandemia. Di negare che chi di dovere conduca un’inchiesta rigorosa. Seria. Completa, sulla pandemia».
E ancora.«È un insabbiamento istituzionale finalizzato ad evitare che si sappia che cosa è accaduto in questo anno e mezzo. Quali sono tutte le responsabilità del governo, del ministero della Salute, di Conte e di Speranza. E non solo: di capire perché non è stato attivato il piano pandemico. Di indagare sui motivi del mancato aggiornamento del piano pandemico. E sul perché le cure domiciliari non si sono volute realmente valorizzare». Insomma, sul perché chi gestiva l’emergenza ha scelto di procedere come poi ha fatto…
È un fiume in piena che rompe gli argini del silenzio e della connivenza di Palazzo, Galeazzo Bignami, che nel suo video postato su Facebook scoperchio un vaso da cui potrebbero uscire tutti i mali che hanno funestato l’ultimo anno e mezzo di vita, di sofferenza, di morte, di crisi e di stallo del Paese. Insomma, l’ultimo anno e mezzo di pandemia. O meglio, della sua “discutibile” gestione… Una denuncia coraggiosa e appassionata, quella dell’esponente di Fratelli d’Italia che, spiega, farà «parlare i documenti ufficiali». E che argomenterà, tra ricorsi ai vaccini alle istituzioni delle task force, «con documenti ufficiali. Documenti inoppugnabili, su carta intestata di Camera dei Deputati e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale». Tanto che, aggiunge a stretto giro l’esponente FdI, «chiunque vuole può querelarmi: tanto le carte parlano chiarissimo».
Bignami prosegue e aggiunge: «Nelle scorse settimane Fratelli d’Italia ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta dalle finalità evidenti, e con il primo firmatario che è Giorgia Meloni. Insieme a Lollobrigida, il sottoscritto, Gemmato e altri». Una richiesta, spiega sempre Bignami nel video postato su Facebook, indirizzata a chiarire la gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione pandemica Sars Cov-2, con particolare riguardo alla mancanza del piano pandemico prescritto dall’Oms». Una proposta che, lo si legge all’articolo 3, mirava a chiarire come e perché non ci fosse l’aggiornamento del piano pandemico. Acclarare le ragioni della mancata attivazione del piano pandemico nonostante la dichiarazione di emergenza di sanità pubblica di interesse nazionale per l’epidemia di coronavirus in Cina. Accertare per quale ragione in alcune sedute del comitato tecnico i convenuti non abbiano affrontato l’argomento. E, ancora, chiarire i motivi per cui ci sono documenti che sono stati occultati.
Insomma, una richiesta molto dettagliata indirizzata a fare luce e chiarezza. Per andare a fondo su quanto c’è ancora di sommerso. Insomma, la nostra era una richiesta che andava nella medesima direzione di altre commissioni d’inchiesta già istituite in Germania, Svezia, Gran Bretagna, Belgio, Francia. Invece, continua Bignami: «Succede che nel frattempo viene presentata una proposta di legge parallela, sulle cause dell’esplosione della pandemia e sulla congruità delle misure adottate negli Stati che rientrano nell’Organizzazione Mondiale della Sanità. È molto più breve e meno dettagliata. Questa proposta va avanti, fino a che l’8 luglio – nello stesso giorno in cui centinaia e centinaia di famiglie presentavano dinanzi al tribunale di Roma la causa per chiedere che venisse appurata la verità – viene presentato un pacchetto di emendamenti a questa commissione che stravolge completamente tutto».
Emendamenti limitati alla Cina e al periodo antecedente il 30 gennaio 2020
Emendamenti che vanno a comporre il testo rivisitato e corretto che verrà votato la settimana prossima alla Camera dei deputati. nulla sulle misure adottate e sulla loro congruità, e che puntano i riflettori sugli Stati di origine del virus e in cui il Coronavirus si è manifestato inizialmente, ossia sulla Cina. Limitando l’arco temporale degli accertamenti a prima del 30 gennaio 2020. O meglio: sul «periodo antecedente alla dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale da parte dell’Oms, avvenuta il 30 gennaio 2020». Insomma, sparisce la necessità di indagare su tutto quanto accaduto, anche in Italia, da quando è scoppiata la pandemia fino ad oggi, «con un blitz – sottolinea Bignami – a cui hanno partecipato deputati giallo-rossi. Il Pd. Leu. Il M5S, dispiace dirlo, anche parlamentari di centrodestra, ma chiaramente non di FdI, la richiesta modificata della commissione d’inchiesta stravolge e limita l’operato dell’indagine. E introduce due limiti fondamentali: s’indagherà solo Sulla Cina e per un periodo limitato alla fase precedente il 30 gennaio 2020.
Restano fuori dalla Commissione d’inchiesta, allora, evidenzia Bignami gli accertamenti su: «Che fine aveva fatto il paino pandemico. Perché chi di dovere non ha operato per aggiornare e attivare il piano pandemico. Perché i militari erano stati mandati e poi ritirati dalla Val Seriana. Sui motivi per cui gli operatori sanitari non eseguivano i tamponi. Perché i cinesi potevano sbarcare in Italia mentre i nostri connazionali finivano in quarantena. Perché non si poteva conoscere il contenuto del dossier di Francesco Zambon. Per quale motivo Brusaferro sosteneva che il virus non circolava in Italia a febbraio. E tanti, tantissimi altri perché che, stando così le cose, potrebbero rimanere senza risposta…
Una situazione inconcepibile che il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, riassume e commenta con una emblematica dichiarazione che recita: «Con un emendamento dell’ultimo momento, la maggioranza vuole stravolgere la funzione della Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia richiesta da Fratelli d’Italia. Con le modifiche apportate sarà preclusa alla Commissione qualsiasi indagine sull’operato del Governo e di tutti coloro che con esso hanno collaborato dopo il 30 gennaio 2020. Un chiaro tentativo di distrazione di massa teso a nascondere agli italiani quanto avvenuto negli ultimi 18 mesi. Evitando che si faccia luce su eventuali responsabilità dei principali attori del precedente Governo Conte e dall’attuale. Un fatto inaccettabile che vedrà la nostra ferma opposizione in Aula».