Al Colle Mario Draghi e Emmanuel Macron firmano il Trattato del Quirinale alla presenza di Sergio Mattarella
Il premier Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron hanno firmato il Trattato del Quirinale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel corso della cerimonia svoltasi al Colle.
Alla firma del Trattato è seguita una lunga e intensa stretta di mano tra Draghi, Macron e Mattarella, al termine della quale è scattato un applauso.
Alla cerimonia presenti anche i ministri degli Esteri Luigi di Maio e Jean-Yves Le Drian. Macron ha poi salutato con un lungo abbraccio il presidente della Repubblica all’uscita dal Quirinale
Il Trattato del Quirinale, un testo di accordo bilaterale in 11 articoli sul modello di quello sottoscritto tra Parigi e Berlino.
‘La cooperazione tra Italia e Francia va strutturata e formalizzata, non può dipendere dalle personalità presenti di volta in volta all’Eliseo e a Palazzo Chigi’, dice al Foglio l’europarlamentare di Renew Europe Sandro Gozi, ex sottosegretario agli Affari europei nei governi Renzi e Gentiloni, in vista della firma del Trattato del Quirinale che il presidente del Consiglio Mario Draghi sottoscriverà oggi con Emmanuel Macron. Non c’è ‘nessun rischio colonizzazione» da parte di Parigi su Roma. L’Italia non ha nulla da temere da una relazione speciale con Parigi. Gli interessi dei nostri Paesi non sono mai stati così convergenti. Dalle priorità europee alla transizione ambientale, dalla riforma del Patto di stabilità alla rivoluzione digitale, italiani e francesi hanno compreso che farsi la guerra serve a poco, meglio cooperare a monte dei processi anziché accusarsi reciprocamente a valle’. Gozi fa l’esempio della Libia, ‘dove Roma e Parigi, agendo in un’ottica competitiva l’una contro l’altra, hanno preparato l’arrivo di russi e turchi, paradossale’.
L’europarlamentare spiega che Italia e Francia sono due Paesi alla pari, con una storia e un’industria di enorme prestigio. Dobbiamo metterci in testa che o si ricostruisce l’Europa su un treppiede – Roma, Berlino, Parigi – oppure l’Europa non ce la farà. E anche nel campo della difesa, aggiunge, c’è la necessità di una cooperazione rafforzata che unisca italiani, francesi, tedeschi, spagnoli e, speriamo presto, polacchi per investire in un’industria europea sempre più competitiva su scala globale. C’è poi lo scacchiere mediorientale dove l’Italia coltiva numerosi interessi, seppure non forti come quelli francesi in Libano.
E sul fronte delle relazioni economiche tra Italia e Francia, Gozi ricorda che ‘la bilancia commerciale è in attivo per l’Italia, in altre parole vendiamo ai francesi più di quanto compriamo da loro, le nostre aziende creano migliaia di posti di lavoro in Francia, l’aeroporto di Nizza è gestito da italiani. Non vedo il rischio di colonizzazione francese: Philippe Donnet, francese, guida un gruppo internazionale come Generali ben radicato in Italia. Luca De Meo, italianissimo, è ceo di Renault».
Ma non si può negare che in questi anni abbiamo assistito a scontri economici forti tra Roma e Parigi. Un esempio su tutti: l’acquisizione di Stx da parte di Fincantieri, saltata per volere di Parigi. ‘Il Trattato del Quirinale consentirà di appianare le divergenze a monte’, spiega Gozi, ‘con un meccanismo di concertazione e dialogo regolare, al fine di scongiurare malintesi e tensioni a valle. Meglio discutere vivamente nella fase iniziale anziché recriminare pubblicamente dopo’.
Il testo, in undici articoli, ricalca il meccanismo già in vigore tra Parigi e Berlino rinnovato ad Aquisgrana nel 2019 da Macron e Merkel. E Sandro Gozi dice che ‘è un meccanismo che funziona. Lo vedo ogni giorno al Parlamento europeo: francesi e tedeschi non concordano su tutto ma il dialogo permanente li aiuta a superare le divergenze anziché metterle in piazza quando è troppo tardi’.
“Il trattato di cooperazione rafforzata firmata stamattina segna un momento storico delle relazioni” tra Italia e Francia: “Da oggi siamo ancora più vicini”. Così il premier Mario Draghi nella conferenza stampa con il presidente francese Emmanuel Macron dopo la firma del Trattato del Quirinale.
Fra le novità un servizio civile italo-francese, un comitato di cooperazione trasfrontaliero sembre in ambito di polizia, in ambito migratorio una politica di gestione dei flussi condivisa con l’unione europea.
E poi fra gli obiettivi tutelare i sistemi agricoli e il settore dell’alimentare, nuove forme di cooperazione in ambito energetico e tecnologico, nella ricerca e nell’innovazione. ‘Stabiliamo un meccanismo per cui almeno una volta ogni trimestre un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri francese e viceversa”, ha ancora precisato Draghi. “La nostra sovranità può svolgersi solo nell’ottica di una gestione condivisa delle sfide comuni. Obiettivo è accelerare il processo di integrazione europea, che passa anche per una transizione digitale e energetica, e per la costituzione di una vera difesa europea. Il trattato segna l’inizio di questo percorso’.
‘Un trattato che suggella la profonda amicizia che unisce i nostri due Paesi’, le prime parole di Emmanuel Macron. ‘Un nuovo capito storico che consentirà di creare un riflesso italo francese fra popoli, economia e territori, una visione comune per il progetto europeo. Fra gli obiettivi anche la lotta alle migrazioni clandestine, risolvere la situazione in Libia, idrogeno, cloud e spazio. E poi, già da questa mattina, un nuovo accordo importante sullo spazio, che sarà pagina importante della nostra cooperazione.