Israele chiude a diversi Paesi Africa per timore variante
Dopo circa sei settimane in cui la lista era rimasta vuota, Israele ha inserito tra i ‘Paesi rossi’ sette nazioni dell’Africa meridionale, sulla scia dell’allarme generato dalla scoperta della nuova variante sudafricana del Covid-19, altamente mutevole. Le autorità, a partire da oggi, hanno vietato l’ingresso ai viaggiatori provenienti da Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia ed Eswatini, dopo la comparsa in quella regione della nuova variante B.1.1529. Oltre allo stop dei voli, è stato stabilito anche il divieto d’ingresso in Israele dei cittadini di quei Paesi ed è stata introdotta la quarantena (7-14 giorni) in apposite strutture per gli israeliani che rientrano, compresi i vaccinati. La decisione è stata presa dal premier Naftali Bennett, in accordo con gli esperti sanitari, che hanno promesso di continuare a monitorare la situazione e impedire la diffusione della nuova variante in Israele. Ma intanto, nel Paese, è già stato registrato un caso di contagio in un viaggiatore rientrato dal Malawi, mentre si attende di chiarire i sospetti sulla presenza della variante sudafricana su altri due. Gli scienziati del Sudafrica hanno annunciato ieri il rilevamento di una nuova variante di Covid-19 con “un numero molto elevato di mutazioni”, a cui è attribuito l’aumento “esponenziale” delle infezioni nel Paese. In Israele, ieri, sono stati registrati 543 nuovi casi. Esperti del ministero della Salute hanno avvertito che il tasso di trasmissibilità (Rt) nel Paese, negli ultimi 10 giorni, si è attestato a 1,08, e hanno avvertito che se il dato arriverà a 1,2 saranno necessarie nuove restrizioni. “Se l’Rt arriva a 1,2, dovremmo introdurre nuove misure per ridurre gli assembramenti come nella prima fase, anche nei luoghi dove è previsto il Green Pass”, ha dichiarato in Parlamento Ilana Gans, capo dei Servizi di sanità pubblica al ministero della Salute.