Quirinale, testa a testa tra Draghi e Berlusconi nelle ricerche sul web: 4 milioni di interazioni a novembre
Il 3 febbraio 2022 scadrà il mandato del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato in carica è stato eletto il 31 gennaio del 2015, al quarto scrutinio con 665 voti. Dunque, dai primi giorni di febbraio partirà la procedura per arrivare all’elezione del successore di Mattarella. Le votazioni si terranno nell’aula di Palazzo Montecitorio e a presiedere è chiamato il presidente della Camera, Roberto Fico, con accanto la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Le indagini di Socialcom e il “duello” tra Draghi e Berlusconi
Socialcom, con l’ausilio della piattaforma Blogmeter, ha analizzato per Askanews le conversazioni in rete nel mese di novembre per capire il sentiment degli italiani sull’elezione del capo dello Stato. Nel periodo oggetto dell’analisi, il tema ha prodotto quasi quattro milioni di interazioni. Dall’analisi delle parole chiave emerge come ci sia una sorta di «testa a testa» tra Mario Draghi e Silvio Berlusconi, le due personalità sulle quali si discute maggiormente nelle conversazioni riguardanti il Quirinale. Mentre dell’ex presidente della Bce si parla quasi come fosse il candidato «naturale» a rivestire il ruolo, il leader forzista viene inquadrato quasi come l’unica vera alternativa, pur se molto divisiva e polarizzante. Numerosi sono i timori riguardo il futuro del governo. La figura di Draghi risulta la più autorevole, ma al tempo stessa quella che metterebbe maggiormente in pericolo il fragile equilibrio politico raggiunto con il governo di unità nazionale nato nello scorso febbraio.
Tra le keywords più utilizzate ci sono anche «votare» ed «eleggere». Due termini che riflettono la crescente voglia degli italiani di elezioni diretta del presidente della Repubblica. Non a caso, il sentiment della rete sul Quirinale è al momento negativo, segno di una insofferenza verso l’impossibilità di scegliere direttamente l’inquilino del Colle. Dall’analisi delle conversazioni degli ultimi tre mesi emerge invece un deciso incremento delle conversazioni, che si fa sempre più evidente con l’avvicinarsi dell’appuntamento.
La voglia di democrazia degli utenti Internet
Nello stesso periodo oggetto dell’analisi, Socialcom ha analizzato anche le conversazioni sui canali ufficiali dei Parlamentari italiani. Tra il 1° e il 30 novembre, sono stati rilevati 653 post, provenienti da 302 parlamentari, la gran parte dei quali è intervenuta sul tema con un solo post. Sono solamente sedici i Parlamentari che possono contare su più di cinque post.
In generale, il Parlamento non sembra essere in linea con il sentiment del Paese riguardo la figura di Draghi. I Parlamentari chiedono al Presidente del Consiglio di rimanere a Palazzo Chigi per garantire la continuità di governo e l’attuazione del Pnrr. Particolarmente rilevante è l’attivismo dei parlamentari del Gruppo Misto. Sono 138 in totale i post pubblicati iscritti al Misto (su un totale di 653). Tra le parole maggiormente utilizzate ci sono: «governare», «continuare», «continuità», a dimostrazione di come ci sia una diffusa preoccupazione per la fine anticipata della legislatura, che potrebbe arrivare in caso di elezione di Draghi.
“Dai social emerge chiaramente la voglia di partecipare degli utenti, che mutuando i meccanismi partecipativi digitali vorrebbero determinare il nuovo capo dello Stato”, spiega Luca Ferlaino, founder di Socialcom.
“Se Draghi viene eletto al Colle si deve andare alle elezioni”. Afferma il coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani a Rainews24.
“Non vedo nessuno che abbia la stessa autorevolezza di Draghi, in grado di tenere politicamente una maggioranza così eterogenea”.
Nessun incontro riservato, nessuna trattativa, nessuna manovra sottobanco sul Quirinale. Fratelli d’Italia smentisce con decisione i retroscena secondo i quali tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta sarebbero in corso contatti sulle strategie da tenere in vista dell’elezione del presidente della Repubblica, comparsi anche oggi sulla stampa e rilanciati strumentalmente da Clemente Mastella nel corso dell’assemblea costituente del suo nuovo partito.
Ed è priva di fondamento la notizia che il presidente di Fratelli d’Italia abbia mai parlato di Quirinale con il segretario Pd in via riservata», si legge in una nota di FdI. «Gli ultimi contatti tra i due risalgono a diverse settimane fa e riguardano l’invito di Meloni a Letta per “Atreju21”. Il segretario Pd – ricorda ancora la precisazione – sarà ospite della kermesse giovedì 9 dicembre a Piazza Risorgimento, Roma».
La leader di FdI ha sempre detto che se il Cav fosse candidato sarebbe la prima scelta, ma anche che – come ha ribadito ancora ieri – bisogna fare i conti con i numeri e il centrodestra deve prepararsi, insieme e compatto, a una eventuale opzione B per non rimanere escluso da una partita nella quale può «giocare un ruolo da protagonista».
Francesco Verderami sul ‘Corriere della Sera’, nel quale si parla di ‘strani giochi’, da parte del Pd, sulla corsa al Quirinale. Qui i contatti tra Letta e Meloni non sarebbero più sul no, ma sul sì alla candidatura, da convertire al momento delle votazioni in no.
Clemente Mastella, che mentre lanciava il suo appello per dare vita a una federazione di centro, avvertiva Berlusconi sul fatto che ‘deve stare attento’.
‘I colloqui Meloni-Letta la dicono lunga, perché questi vogliono portare Draghi a tutti i costi, dopodiché si rischia di andare al voto’, ha sostenuto Mastella, in un ovvio retroscena dove ogni frase arriva in modo completamente travisata alla fine…