Sequestro preventivo di 38 milioni alla Gedi
Come giustamente evidenzia il quotidiano La Verità né dalla Gedi, né dalle agenzie di stampa o da altri organi di informazione era stato diffuso alcun comunicato sulla vicenda resa nota dal quotidiano diretto da Belpietro. Legittimo chiedersi quali siano state le cause che hanno portato alla clamorosa autocensura
Il sequestro preventivo di oltre 38 milioni subito dalla società editrice Gedi i cui fanno parte tra l’altro i quotidiani La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX) vigilia delle feste natalizie è un’iniziativa della Procura di Roma che con l’avallo del gip, ai sensi della legge 231 del 2001, quella che punisce la responsabilità amministrativa delle società, ha bloccato una somma equivalente al massimo che l’accusa ritiene essere stata sottratta al bilancio dell’INPS per delle presunte irregolarità nelle procedure di prepensionamento di una settantina di dipendenti , operazione effettuata quando però la società editrice era ancora controllata, dalla Cir cioè la holding degli affari della famiglia De Benedetti.
Come giustamente evidenzia il quotidiano La Verità né dalla Gedi, né dalle agenzie di stampa o da altri organi di informazione era stato diffuso alcun comunicato sulla vicenda resa nota dal dal giornale diretto da Maurizio Belpietro.