Politica

Morto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli

E’ morto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

“Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli – ha annunciato il suo portavoce Roberto Cuillo – si è spento alle ore 1.15 dell’11 Gennaio presso il CRO di Aviano (PN) dove era ricoverato. Nelle prossime ore verrà comunicata data e luogo delle esequie”.

Da volto familiare del TG1 a presidente del Parlamento europeo, quella di David Maria Sassoli e’ stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, a cavallo fra Firenze, Roma e Bruxelles fino a diventare nel 2019 presidente dell’Europarlamento. È iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 3 luglio 1986. È tra i fondatori di Articolo 21,  movimento di difesa della libertà di stampa.

La sua carriera come giornalista televisivo ha inizio nel 1992, come inviato di cronaca nel TG3 dove ha seguito per molto tempo gli avvenimenti riguardanti mafia, Tangentopoli e le inchieste sulle stragi italiane. In quel periodo collabora con i programmi di Michele Santoro Il rosso e il nero e Tempo reale.

L’ingresso in politica di David Sassoli coincide con le elezioni del Parlamento europeo del 6 e 7 giugno 2009, quando il Partito Democratico lo candida su proposta del segretario Dario Franceschini come capolista nella circoscrizione dell’Italia centrale.

Con 405.967 preferenze è il primo eletto nella circoscrizione Italia centrale e risulta tra i più votati in Italia. Anche grazie al risultato delle elezioni, diventa capogruppo del Partito Democratico all’Europarlamento. In un’intervista ha rivelato che è sua intenzione “dedicare il resto della sua vita alla politica”. Durante la 7ª legislatura, è membro della Commissione Trasporti e Turismo e Relatore della proposta sul Cielo unico europeo. Inoltre è stato membro della delegazione interparlamentare UE-Israele.

Nel 2014 si ricandida alle elezioni europee con il PD nella circoscrizione dell’Italia centrale. Il 1º luglio 2014 viene eletto Vicepresidente del Parlamento europeo con 393 voti, risultando il secondo più votato in quota PD-PSE, con delega alla Politica del Mediterraneo, al Bilancio e al Patrimonio. Nel gennaio 2017 è riconfermato Vicepresidente con 377 voti.

Nel corso della legislatura ha rivolto la sua attenzione alla politica euro-mediterranea e alle tematiche relative le materie di bilancio. Come Vicepresidente responsabile per la politica euro-mediterranea ha rappresentato il Parlamento europeo in più occasioni ufficiali, sviluppando e intensificando un dialogo con le istituzioni dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Al termine di un negoziato per l’assegnazione del Segretariato EURO-MED, è stato il promotore della sua assegnazione alla città di Roma. Ha fatto parte, nel maggio 2018, della missione elettorale dell’Unione europea in Libano.

È stato membro della Delegazione UE-Serbia e dal 2016 Presidente del Gruppo di Amicizia Europa-Albania.

Terzo mandato europeo e presidenza del Parlamento europeo. Si ricandida alle elezioni europee del 26 maggio 2019 con il PD nella circoscrizione dell’Italia centrale e viene nuovamente rieletto con 128.533 voti. Il 3 luglio 2019 viene eletto Presidente del Parlamento europeo, il settimo italiano a ricoprire la carica, con 345 voti al secondo scrutinio, con il sostegno dei gruppi europeisti. Durante il suo discorso di insediamento ha sottolineato come si debba recuperare e rilanciare lo spirito costituente dell’Unione e ha richiamato il Consiglio dell’Unione europea alla necessità di discutere con il Parlamento la riforma del Regolamento di Dublino.

In occasione dell’emergenza COVID-19, aveva dichiarato di auspicare un bilancio comunitario che investa sulla ricerca scientifica, evitando ‘tagli sulla vita degli europei’.

Si era dichiarato favorevole alla creazione di una centrale acquisti amministrata a livello europeo alla quale gli Stati membri possono aderire su base volontaria, in primis per negoziare condizioni più favorevoli per l’approvvigionamento condiviso di beni strumentali e di materiali sanitari di consumo. Contestualmente, ha ribadito che la sanità, sebbene non sia una delle competenze affidate all’Unione dai fondatori, può diventarlo qualora lo richiedano gli Stati membri, esprimendosi chiaramente a favore di tale posizione politica. Il 15 dicembre 2021, a un mese dalla scadenza del mandato, aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alla presidenza del Parlamento europeo per “non dividere la maggioranza europeista”.

 Sposato e padre di due figli, tifoso della Fiorentina, Sassoli viveva a Roma ma appena possibile si spostava nella casa di Sutri, un delizioso paese medievale della Tuscia lungo la via Cassia, una trentina di chilometri a nord della capitale, per coltivare le sue passioni per il giardinaggio e le buone letture. Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Il suo incarico sarebbe scaduto a giorni: la prossima settimana la riunione plenaria dell’Europarlamento che si riunirà a Strasburgo per eleggere il suo successore.