Politica

Quirinale. Letta: No a Berlusconi. Serve patto di legislatura

No a Silvio Berlusconi. Ma soprattutto il centro destra non può avere il diritto di prelazione nella scelta del sostituto di Sergio Mattarella. E no ad elezioni anticipate e avanti tutta con Mario Draghi a palazzo Chigi. Sono questi i temi usciti dalla direzione nazionale del Pd per bocca del segretario, Enrico Letta.

“Nella decisione del centrodestra c’è un primo punto assolutamente chiaro, non c’è nessun diritto di precedenza che il centrodestra può vantare per indicare il presidente della Repubblica”. Lo ha detto Enrico Letta alla Direzione e ai gruppi del Pd.

“Si è confuso un atto rispettoso delle istituzioni con l’idea che ci siano i numeri e un diritto di prelazione del centrodestra, non c’è, i numero non lo assegnano”, ribadisce il segretario Dem. E aggiunge. “E’ profondamente sbagliata la logica dello scoiattolo, cercare voto per voto, nella dinamiche che il Paese sta vivendo”. Ma il Pd per ora non avanzerà nessun nome per il Quirinale. “In tanti ci chiedono di mettere in campo ora un nostro nome. Ma mettere in campo nomi significa bruciarli, essere oggetto di veti. Non è questo il nostro atteggiamento. Abbiamo intenzione di muoverci in direzione costruttiva, positiva, per un nome in scia con lo straordinario settennato di Mattarella”. Sul Colle più alto, spiega Letta, “una figura istituzionale di garanzia, super partes, non un capo politico, divisivo, ma una figura di unità”, che non può essere Silvio Berlusconi.

“Bisogna eleggere un presidente che domani, svolte le elezioni nel 2023, possa dare l’incarico di governo a chiunque abbia vinto le elezioni politiche. Una condizione di normalità del sistema che parte dalla scelta oggi di una personalità che sia effettivamente la personalità istituzionale super partes”. Sul futuro dell’esecutivo Letta non ha dubbi: bisogna andare avanti e no ad elezioni anticipate. Quindi avanti con Mario Draghi a palazzo Chigi.

“La mia iniziativa – ha detto ancora il segretario del Pd – è per un patto di legislatura che consenta al Paese di completare la legislatura nel tempo naturale, con il voto nella primavera del 2023, sull’elezione di un presidente della Repubblica super partes, di garanzia per tutti e la scelta forte di dare energia perché nei prossimi 14 mesi siano realizzate le riforme per una buona politica, che è possibile. Ognuno faccia una scelta di coraggio e generosità che verrà ripagato dagli italiani, ognuno esca da steccati e fortilizi”.

“La mia proposta – ha aggiunto – è rivolta a chi ieri ha chiuso le porte al dialogo, una scelta sbagliata. Vogliamo riaprire quelle porte e quel dialogo per il bene del Paese”. “Proteggere la figura di Mario Draghi è fondamentale per la forza del nostro Paese. Ho l’impressione che si giochi come se potessimo permetterci di non avere, come stella polare che il Paese deve avere, la carta fondamentale della credibilità di Draghi”.