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Oxfam: diseguaglianze nel mondo, i nuovi dati-chiave

Nei primi 21 mesi della pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato, in termini reali, i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Lo scrive Oxfam nel rapporto dal titolo “La pandemia della disuguaglianza”, pubblicato in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos, che quest’anno si terranno in forma virtuale. Ad oggi questi 10 super-ricchi possiedono una ricchezza 6 volte maggiore dei 3,1 miliardi di persone più povere del mondo, ossia il 40% della popolazione mondiale. E se anche il valore delle loro fortune calasse del 99,993%, resterebbero comunque più ricchi di qualunque cittadino collocato tra il 99% più povero della popolazione mondiale. Per spendere le proprie fortune al ritmo di 1 milione di dollari al giorno ciascuno, questi 10 ultra-miliardari necessiterebbero di 414 anni, scrivono gli analisti di Oxfam. Dall’inizio della pandemia ogni 26 ore, un nuovo miliardario si è unito all’elitè composta di oltre 2.600 super-ricchi, le cui fortune (ricchezza netta aggregata) sono aumentate dall’inizio dell’emergenza Covid19, di oltre a 5.000 miliardi di dollari in termini reali. Il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo stimato della vaccinazione Covid (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale, si legge ancora nel rapporto Oxfam. Dal ’95 ad oggi, l’1% più ricco del pianeta ha beneficiato del 38% del surplus di ricchezza, mentre il 50% più povero della popolazione mondiale di poco più del 2%. Analogamente, per quanto riguarda i redditi dal 1980 ad oggi l’1% più ricco ha beneficiato di quasi un quarto (23%) del surplus di reddito globale contro il 9% appannaggio della metà più povera dei percettori di redditi. 

E’ il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite. Ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza. La pandemia ha portato a un forte aumento della povertà in tutto il mondo. Ci sono oggi 163 milioni di persone in più che si stima vivano con meno di 5,50 dollari al giorno rispetto al periodo pre-pandemico. Le proiezioni della Banca Mondiale mostrano che, a meno che non si agisca per ridurre le disuguaglianze di reddito all’interno dei Paesi, i livelli di povertà non torneranno ai livelli pre-crisi nemmeno entro il 2030. Le donne che hanno subito gli impatti economici più duri della pandemia, hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al PIL combinato di 98 Paesi, e stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro. Mentre l’occupazione maschile da’ segnali di ripresa, si stima che nel 2021 ci saranno 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019. Da soli 252 tra gli uomini più facoltosi del pianeta possiedono una ricchezza superiore al patrimonio aggregato di 1 miliardo di donne che vivono in Africa, America Latina e Caraibi. La pandemia ha colpito molto duramente anche le minoranze etniche, registrano ancora gli analisti dell’organizzazione internazionale che conta attivisti in 90 Paesi del mondo. Ad esempio, durante la seconda ondata pandemica in Gran Bretagna, le persone di origine bangladese avevano una probabilità di morire di Covid-19 cinque volte superiore rispetto alla popolazione britannica bianca. Mentre i monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno creato cinque nuovi miliardari durante la pandemia e hanno permesso alle loro società di guadagnare oltre 1.000 dollari al secondo, meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito.