Ucraina, tra la scelta di Putin e la scelta dell’Occidente
Vladimir Putin oggi è un uomo deciso ad andare fino in fondo in uno stato di “delirio di onnipotenza” di cui lo stadio di Mosca, gremito per l’anniversario dell’annessione della Crimea, “è stato la plastica dimostrazione”: Paolo Garimberti analizza così il discorso del presidente russo che ha offerto al mondo una prova di forza e di unità mentre in Ucraina l’esercito di Mosca continua a bombardare. “Si parla di 200mila persone dentro e fuori lo stadio”, commenta il giornalista, “una scritta in particolare mi ha disturbato, quella che diceva ‘per un mondo senza nazismo’”, dice venerdì 18 marzo intervenendo a Stasera Italia, programma di Rete 4.
Non a caso il riferimento al nazismo era stato alla base dell’annuncio dell’attacco militare all’Ucraina, quando Putin aveva parlato di “denazificazione” del Paese, ricorda Garimberti. “E questo mentre a Kiev c’è un presidente ebreo”, Volodymyr Zelensky, “che ha avuto alcuni familiari internati e uccisi ad Auschwittz”, per questo quella particolare scritta “l’ho trovata rivoltante”.