Draghi al Parlamento Ue: per difesa comune Ue superare principio unanimità
“La costruzione di una difesa comune deve accompagnarsi a una politica estera unitaria, e a meccanismi decisionali efficaci. Dobbiamo superare il principio dell’unanimità, da cui origina una logica intergovernativa fatta di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata”. Lo ha deto Mario Draghi nel suo intervento alla plenaria del Parlamento Ue. “Un’Europa capace di decidere in modo tempestivo, è un’Europa più credibile di fronte ai suoi cittadini e di fronte al mondo”. “Sin dall’inizio della crisi, l’Italia ha chiesto di mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. Mosca vende all’Ue quasi due terzi delle sue esportazioni, in larga parte tramite gasdotti che non possono essere riorientati verso altri acquirenti. La nostra proposta consentirebbe di utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie. Questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo a Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi al Pe.
“In Italia, nei primi 4 mesi di quest’anno, il prezzo dell’elettricità è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un impatto durissimo sull’economia”. “L’Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest’anno”. Ma “il problema è sistemico e va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Il problema del costo dell’energia sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo. C’e’ bisogno di decisioni forti e immediate”, dice ancora Mario Draghi al Pe. “Le diverse crisi che derivano dal conflitto in Ucraina arrivano in un momento in cui l’Europa aveva gia’ davanti a se’ esigenze di spesa enormi. La transizione ecologica e quella digitale ci impongono investimenti indifferibili”. “A questi vanno aggiunti i costi della guerra, che dobbiamo affrontare subito, per evitare che il nostro continente sprofondi in una recessione. In entrambi i casi si tratta di costi asimmetrici, che colpiscono fasce della popolazione e settori produttivi in modo diverso, e che dunque richiedono forti misure di compensazione. Nessun bilancio nazionale e’ in grado di sostenere questi sforzi da solo”, dice il premier.
“Lo Sure – lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza – ha concesso prestiti agli Stati membri per sostenere il mercato del lavoro. L’Unione Europea dovrebbe ampliarne la portata, per fornire ai Paesi che ne fanno richiesta nuovi finanziamenti per attenuare l’impatto dei rincari energetici”. “Mi riferisco a interventi di riduzione delle bollette, ma anche al sostegno temporaneo ai salari piu’ bassi, ad esempio con misure di decontribuzione. Queste hanno il vantaggio di difendere il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto le piu’ fragili, senza rischiare di generare nuova inflazione. Il ricorso a un meccanismo di prestiti come Sure consentirebbe di evitare l’utilizzo di sovvenzioni a fondo perduto per pagare misure nazionali di spesa corrente. Allo stesso tempo, in una fase di rialzo dei tassi d’interesse, fornirebbe agli Stati membri con le finanze pubbliche piu’ fragili un’alternativa meno cara rispetto all’indebitamento sul mercato”, osserva Draghi. “Potremmo cosi’ ampliare la portata degli interventi di sostegno e allo stesso tempo limitare il rischio di instabilita’ finanziaria. Si tratta di una misura che dovrebbe essere messa in campo in tempi molto rapidi, per permettere ai governi di intervenire subito a sostegno dell’economia”, conclude Draghi. “L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente”, basata anche “sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi”. Lo ha detto Mario Draghi al Parlamento Ue.