Celebrata la Giornata della Memoria vittime del terrorismo
Si è celebrata oggi a Roma il Giorno della Memoria dedicato alle Vittime del terrorismo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La data simbolica è stata scelta perché ricade nel giorno in cui fu ucciso Aldo Moro il 9 maggio del 1978: il corpo dell’allora presidente della Democrazia Cristiana fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rubata in via Caetani. A Cinisi, in Sicilia, lo stesso giorno la mafia uccideva il giovane Peppino Impastato, giornalista noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra. Mattarella ha deposto una corona in via Caetani, sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo di Moro. Successivamente il Capo dello Stato ha partecipato alla cerimonia di celebrazione del Giorno della Memoria dedicato alle Vittime del terrorismo nell’Aula di palazzo Montecitorio, che è stata aperta dagli interventi del Presidente della Camera, Roberto Fico e della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
“Non dimenticare è l’imperativo che questa giornata di memoria e riflessione consegna a tutti noi. Non dimenticare le vittime che il terrorismo ha voluto colpire per il loro impegno al servizio delle Istituzioni repubblicane o per le loro idee. Politici, magistrati, agenti delle forze dell’ordine, giornalisti, docenti, sindacalisti e impiegati pubblici caduti nel mirino del terrorismo degli ‘opposti estremismi’ per il loro lavoro e il loro impegno democratico, sociale e culturale”. Queste le parole del presidente del Senato, Elisabetta Casellati, in un passaggio del suo intervento. “Uomini valorosi, uomini coerenti con le proprie idee – ricorda Casellati – come Luigi Calabresi, Franco Dongiovanni, Antonio Ferraro, Donato Poveromo, Antonio Ammaturo, Pasquale Paola e Marco Biagi, le cui storie saranno a breve rievocate. Accanto a loro, non possiamo dimenticare le vittime occasionali, i tanti martiri per caso che nello spazio pubblico delle nostre città sono divenuti da “uditorio” a “bersaglio” dell’azione stragista. Il filo comune che lega tutte queste trame perverse è il ricatto della paura usato come strumento di destabilizzazione. Che siano “rossi” o “neri”, tutti i terrorismi sfidano quella che il Preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo del 1948 considera “la più alta aspirazione dell’uomo”: la libertà dal timore”. “Il Senato insieme alla Camera ha fatto la sua parte per il cammino di verità con la desecretazione di molti atti delle commissioni parlamentari – ha aggiunto – che si sono occupate di stragi e terrorismo. L’auspicio è che questa scelta non rimanga isolata perché senza verità non c’è spazio per la giustizia. Solo la memoria può consentirci di preservare la nostra identità”. “L’esperienza del terrorismo è per definizione un attentato alle libertà costituzionali, a quelle individuali come a quelle collettive. Per questo, gli anni di piombo sono stati per l’Italia una stagione lacerante”, conclude il presidente del Senato
“Dobbiamo rinnovare l’impegno a fare piena luce sulle tante pagine ancora oscure di quegli anni, superando depistaggi, complicità e omissioni poste in essere, anche da parte di apparati dello Stato”, ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, nel corso della cerimonia. “Ricostruire la verità storica e giudiziaria ed assicurare la giustizia non è soltanto un imperativo morale, ma un dovere imposto dal patto sociale su cui si fonda la nostra Costituzione”, ha aggiunto il presidente della Camera dei Deputati.
Nel corso della cerimonia si sono alternate le testimonianze di alcuni familiari di vittime del terrorismo: Mario Calabresi, figlio di Luigi; Luigina Dongiovanni, nipote di Franco, carabiniere deceduto nella strage di Peteano; Maria Cristina Ammaturo, figlia del Vice Questore Antonio, e Marina Orlandi, vedova di Marco Biagi. Sono intervenuti lo storico Angelo Ventrone e gli studenti Luca Contini, dell’Istituto di istruzione superiore “Roberto Rossellini” di Roma, e Martina Spangher, del Liceo “Laura Bassi” di Bologna.