Von der Leyen: Unanimità non ha senso, cambiare i Trattati per riformare l’Ue
I Trattati dell’Ue vanno adeguati e cambiati ma soprattutto va cancellata l’unanimità su alcuni temi. Il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, alla sessione finale della Conferenza sul futuro dell’Europa (Giornata dell’Europa) a Strasburgo, apre ad una svolta storica per l’Europa. “I cittadini, con le loro proposte, hanno detto all’Ue dove vogliono che questa Europa vada e ora sta a noi prendere la via più diretta: modificare i Trattati dove è necessario”. “Il voto all’unanimità, in alcune aree chiave della politica europea, semplicemente non ha più senso se vogliamo essere in grado di muoverci più velocemente”, ha spiegato il presidente. “Sarò sempre dalla parte di coloro che vogliono riformare l’Ue per farla funzionare meglio”, ha precisato la von der Leyen, e bisogna farlo “senza tabù e senza alcuna linea rossa ideologica. Ora sta a noi prendere la via più diretta. Utilizzando tutti i limiti di ciò che possiamo fare all’interno dei Trattati e, sì, modificando i Trattati dove necessario”. Il presidente della Commissione ha sottolineato come “per la prima volta in assoluto il Parlamento europeo sia pronto a usare i suoi poteri per proporre una Convenzione”. E questa “una forma di democrazia che funziona. E credo che dovrebbe diventare parte del nostro modo di fare politica. Questo è il motivo per cui proporrò che, in futuro, diamo ai gruppi di cittadini il tempo e le risorse per formulare raccomandazioni prima di presentare alcune proposte legislative chiave. Perché la democrazia non si esaurisce con elezioni, conferenze o convegni. Ha bisogno di essere lavorata, nutrita e migliorata ogni giorno”, ha aggiunto.
Il neo presidente della Francia, Emmanuel Macron, sposa le parole della von der Leyen ed apre alla revisione del principio dell’unanimità. “Decidere tutto a 27 ci rallenta. I capi di Stato e governo non si riuniscono mai in formato zona euro, siamo gli unici condomini che non si riuniscono mai per prendere decisioni sul nostro palazzo, come accade per Schengen, è sbagliato. C’è un’avanguardia che vuole procedere più velocemente per mostrare la strada. Conosco i timori, ma l’Europa a più velocità esiste già. Non dobbiamo escludere nessuno ma i più reticenti non possono bloccare tutto“.