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Le difficoltà dei regimi autocratici e la rivincita delle democrazie

Il vento della storia cambia rapidamente direzione. All’inizio della scorsa primavera, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le democrazie sembravano arrancare, di contro i regimi autocratici sembrava dovessero rappresentare il futuro. Nove mesi dopo lo scenario è totalmente cambiato, la percezione del mondo e della storia si sta rovesciando: i regimi autocratici sono in affanno o addirittura scricchiolano, mentre le democrazie sembrano rinate a nuova vita. Queste ultime hanno tenuto difronte all’aggressione di Putin, l’Europa stessa non si è disunita ed ha sostenuto in modo unitario l’Ucraina. Ma anche al di là dell’atlantico la democrazia americana si è presa la rivincita alle elezioni di medio termine, tenutesi nello scorso novembre. Un vero e proprio rovesciamento di fortune. Putin il 24 febbraio aveva detto che in poche settimane avrebbe spazzato via le forze armate ucraine, a distanza di nove mesi Putin, non solo non è riuscito ad annientare l’ucraina ma le sue forze militari in campo stanno subendo da qualche mese sostanziali arretramenti. Mosca è molto più isolata dal marzo scorso e lo stesso Presidente cinese Xi ne ha preso le distanze pubblicamente, quando Putin ha minacciato di far ricorso alle armi nucleari. Una vecchia amicizia che si sta lentamente consumando. In Oriente, in Iran, il regime teocratico è stato messo in crisi dalla rivolta delle donne. Questo non vuol dire affatto che siamo prossimi ad un cambio di regime sia in Russia che in Iran o che Putin ammetta il fallimento e chieda l’instaurarsi di un tavolo di trattative; significa, invece, che i due Paesi stanno mostrando le loro debolezze. Xi da attento e fine osservatore, si è accorto della situazione che si è venuta a creare ed incomincia ad usare toni meno duri e più concilianti, anche perché a sua volta è rimasto sorpreso dalle manifestazioni di questi giorni, in alcune città della Cina. Queste tre crisi inaspettate, fanno sperare che questi mesi portino con sé ad un cambio di stagione geopolitica. Questo però non è il preludio ad un  rapido ritorno ad un mondo fatto di pace e di prosperità. Lo scontro tra le potenze straniere, purtroppo, terrà il banco per i prossimi anni. L’Europa e gli Usa saranno costretti a cedere parte della loro egemonia a favore di Paesi emergenti: a parte la Cina, bussano alle porte, India, Indonesia e non dimentichiamoci della Turchia che sta in Europa ed è la Porta per l’Oriente. Gli ultimi avvenimenti, però, hanno dimostrato l’inefficienza e la debolezza dei regimi autocratici, di gran lunga più deboli delle democrazie.

Andrea Viscardi