Politica

Il 1 maggio tra  Consiglio dei Ministri e il Concertone/Comizio ne di Piazza San Giovanni

chiamerà Mia, come inizialmente era trapelato, ma assegno di inclusione e potrà essere chiesto solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori oppure over 60. L’assegno, recita la bozza ‘è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa’. Sempre in data 1 maggio assisteremo al  Concertone che si terrà a Roma, a Piazza San Giovanni che, contro ogni dubbio, sarà un ‘Comizione’ contro il governo. ‘L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro: l’articolo 1 della Costituzione diventa lo slogan del tradizionale Concertone del 1° Maggio’.  Con i sindacati sul piede di guerra, l’edizione 2023 si preannuncia come una sorta di costola del Festival dell’Unità. A Palazzo Chigi, come detto,  sarà riunito il governo Meloni, che proprio per il primo maggio ha convocato un consiglio dei ministri sul lavoro. Stefano Coletta, direttore del Prime Time della Rai, già se ne è lavato le mani: ‘Da parte nostra non c’è nessuna volontà di politicizzare la manifestazione. Il tema è stato scelto dai sindacati. Se l’artista X ha intenzione di trasgredire non è prevedibile da parte nostra: gli imprevisti negli show ci sono, ma non sto mettendo le mani avanti. Molti dei cantanti realizzeranno degli interventi parlati. Noi ce la mettiamo tutta affinché sia una festa per la musica, dopo di che voglio ribadire che nessuno può prevedere eventuali imprevisti’. Nove ore di concerto, presentatori Ambra Angiolini, alla sesta edizione, affiancata questa volta da Fabrizio Biggio, rivelazione di quest’anno accanto a Fiorello nel programma Viva Rai 2!. Tra i 40 artisti è confermata la presenza Emma, Lazza, Levante, Tananai, Coma_Cose, Mr Rain, Ariete, Baustelle, Rocco Hunt e Francesco Gabbani. Si sta trattando per avere anche Ligabue. Previsti pure degli interventi verbali su temi – non meglio precisati – legati ai diritti dei lavoratori. Stavolta, nella lunga maratona televisiva (Raitre), si va senza filtri: l’occasione, per qualcuno dei 50 artisti, di trasformare il Concertone in Comizione in una gara di insulti contro il governo potrebbe essere davvero irresistibile. Non sfuggirà la polemica che coinvolse il mondo politico e Fedez  nel concertone del primo maggio del 2021.  Il rapper denunciò sui suoi social di aver subito una forma di censura da parte dei vertici di Rai 3: ‘Mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi ed edulcorare il contenuto del discorso’. Una censura contro la quale lottò,  ottenendo la libertà di esprimersi: ‘Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio’. Questo, è chiaro, è il presupposto del Concertone/Comizione del 1 maggio. Chiudo il mio scritto ricordando la CNN che si è espressa sul nostro presidente del Consiglio: ‘Cento giorni di successi riconosciuti a Giorgia Meloni e una statura di leader a sui agio tra i grandi del mondo. Con un interrogativo: ‘Il primo ministro italiano fermerà i barconi o saranno loro a fermare lei?’. È questo il titolo di un’analisi condotta dalla Cnn, il principale network televisivo americano e tra i più importanti del mondo, sui ‘primi cento giorni’ del governo Meloni che ‘sono considerati un successo’. Un mandato durante il quale ha dimostrato di ‘non essere neanche lontanamente come alcuni avevano temuto’. Riguardo i ‘barconi’ è da ricordare l’incontro avvenuto a Londra tra Giorgia Meloni e il premier britannico Rishi Sunak: ‘La lotta ai trafficanti e all’immigrazione clandestina è una cosa che i nostri governi stanno facendo molto bene. Io sto seguendo il tuo lavoro e sono assolutamente d’accordo sulla gestione dell’immigrazione che il governo britannico sta portando avanti’. Questo scambio di opinioni prima del bilaterale a Downing street culmina nella firma di un importante documento tra i due Paesi sulle sfide comuni. Dal punto di vista britannico – scrive lo Spectator,  Sunak ha provato a rafforzare tale cooperazione tramite un accordo con la Francia. Tuttavia il presidente Emmanuel Macron non sarebbe davvero in sintonia con l’esigenza di un giro di vite concreto. Una stretta contro l’immigrazione illegale che Meloni chiede in sede Ue,  salvo dover fare i conti con le resistenze attribuite ‘ai burocrati dell’apparato’ di Bruxelles; e le resistenze di un fronte guidato ‘dall’oligarchia Germania-Francia’.  Si tratta di prendere di petto – è la conclusione polemica dello  ‘Spectator’,  testata giornalistica britannica, ‘l’incompetenza e la codardia mostrata da Berlino, Parigi e Bruxelles su tutto: dalla politica energetica, alla Russia, all’immigrazione di massa’.

Andrea Viscardi