Alloggi accessibili per gli studenti disabili: un miraggio
In Italia si contano oltre tre milioni di disabili. Circa 36mila sono studenti universitari (il 2%), di cui 17mila hanno un’invalidità superiore al 66%. Nonostante le agevolazioni per la categoria, trovare alloggi accessibili è ancora un miraggio
I diritti degli studenti disabili
Gli studenti disabili godono fortunatamente di qualche privilegio.
La normativa attualmente in vigore (e, in particolare, la legge 17/1999) garantisce il diritto allo studio a tutti gli studenti, disabili e non, non solo durante la scuola dell’obbligo, ma anche per tutto il percorso universitario.
La legge 104 garantisce il diritto allo studio agli studenti disabili che vogliono frequentare l’Università. Parliamo di esenzione completa o parziale delle tasse, borse di studi, alloggio gratuito al caregiver, supporti didattici, servizi di ristorazione a prezzi agevolati, rimborso per le spese di viaggio.
Accessibilità e servizi a studenti con disabilità sono inoltre garantiti da 86 Università italiane su 90.
A confermarlo è il rapporto “Disabilità, Dsa e accesso alla formazione universitaria”, presentato dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) e dal Cnudd (Conferenza nazionale universitari delegati per la disabilità). Un magro 28% degli atenei offre servizio di trasporto accessibile da e per il domicilio.
Quanto agli alloggi, siamo messi male. Cosa che penalizza soprattutto gli studenti fuori sede.
Affitti in alloggi accessibili: studenti disabili discriminati
Uno studente che decide di trasferirsi lontano da casa per frequentare l’Università, percorre una vera e propria Via Crucis già nel momento in cui inizia a cercare un alloggio “accessibile”.
Se è vero che alla Casa dello Studente l’affitto è ammortizzato da una borsa di studio (250 euro), è altrettanto vero che i posti sono pochi. Di conseguenza, chi si vede costretto ad alloggiare altrove vive un dramma.
Con una pensione di invalidità che si aggira intorno agli 800 euro, pagare le spese di locazione (senza contare il caro affitti del +3,1% che in questi giorni sta provocando l’insurrezione popolare) utenze, trasporti e generi alimentari, diventa impossibile.
Trovare una casa accessibile, peggio che mai.
La legge di bilancio 2023, ha prorogato il bonus del 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti al 31 dicembre 2025, dunque ad oggi non c’è poi tutta questa fretta per correre ai ripari.
In aggiunta, molti proprietari decidono di non affittare i loro appartamenti ai disabili, dal momento che non è semplice sfrattarli ed hanno delle pensioni di invalidità difficilmente pignorabili. La cronaca è piena di casi di discriminazione a danno dei portatori di handicap.
Il progetto di co-housing per arginare il dramma alloggi
Per contrastare il caro affitto, problema che affligge non solo i comuni mortali, ma a maggior ragione gli studenti disabili, fuori dalle università di molte città sono state montate delle tende in segno di protesta.
Ma c’è di più. La Casa dello Studente della Sapienza di Roma, in collaborazione con la Regione Lazio e Porta Futuro Lazio, ha ideato un interessante progetto di co-housing.
Attraverso una catena di sostegni atti a lenire lo svantaggio nell’indipendenza fisica, a migliorare l’autonomia nella cura e il sostegno nelle attività quotidiane, esso prevede:
- Un percorso di orientamento lavorativo per gli studenti disabili (anche per chi si è già laureato) in modo da renderli autonomi e indipendenti. Cosa che consentirebbe loro di mantenersi economicamente;
- La possibilità di vivere in co-housing all’interno strutture pensate ad hoc per le loro esigenze.
Sarà sufficiente?
Un proverbio recita “Roma non è stata costruita in un giorno”. La strada è sicuramente in salita, ma i presupposti perché si possano risolvere i problemi abitativi, scolastici e lavorativi dei disabili ci sono tutti. L’importante è che alle parole facciano seguito i fatti.