Bullismo e disabilità a scuola: come arginare il fenomeno
La disabilita è una condizione che reca sofferenza sia al soggetto portatore di handicap sia alla famiglia. Ad aggravare la situazione sono i fenomeni di bullismo indirizzati contro le categorie più fragili, già all’interno della scuola
Bullsimo di cosa parliamo?
Dall’inglese “bullyng” il termine definisce il fenomeno delle prepotenze fra pari. Esso si articola secondo molteplici schemi vessatori reiterati nel tempo, spesso in presenza di spettatori o complici (il cosiddetto “branco”), che rinforzano e legittimano gli abusi.
Esistono due tipi di bullismo: quello diretto, (aggressioni fisiche, insulti, minacce, derisioni, scherno) e quello indiretto volto all’esclusione e all’isolamento sociale dal resto del gruppo.
Con il progresso tecnologico, i comportamenti sopra descritti vengono inoltre attuati a distanza attraverso i social. In questo caso si parla di cyberbullismo.
Nel contesto scolastico, le vittime di bullismo sono quelle categorie di studenti che non corrispondono ai modelli sociali accettati dal gruppo di pari. Di solito i soggetti presi di mira sono ragazzi che hanno esigenze educative specifiche, esprimono un orientamento sessuale non convenzionale, fanno parte di una minoranza etnica, culturale o religiosa, o provengono da un contesto socio-economico degradato. Questo porta i “diversi” ad essere esclusi ed emarginati, tanto che si parla di “bullismo discriminatorio”.
Quando il bullismo interessa i ragazzi con disabilità
Purtroppo la deviazione dal modello tipizzato o “normotipico” rende più a rischio bullismo i ragazzi con disabilità (38% dei casi).
A confermalo diversi studi, secondo cui tale categoria è prevalentemente vittima di bullismo indiretto.
Nello specifico, i bambini con disturbi del linguaggio hanno un rischio tre volte maggiore di essere bullizzati rispetto ai loro coetanei. Stesso discorso per i bambini malati di cancro o con sindrome di Asperger, la cui vittimizzazione è pari al 94%.
In linea di massima poi, tutti i bambini con disabilità psichiche o intellettive, malformazioni o altre caratteristiche fisiche percepite dal gruppo come “difettuali” sono i bersagli preferiti dai prepotenti.
Disabilità e complicazioni correlate al bullismo
Gli episodi di bullismo finiscono per aggravare la già delicata situazione vissuta dai ragazzi disabili. Possono accentuare la balbuzie nei soggetti con disturbi di linguaggio, provocare disistima, ansia, senso di colpa, vergogna, depressione, disturbi comportamentali, deficit dell’attenzione e concentrazione, del sonno, dell’appetito. In certi casi, le vittime possono perfino sviluppare comportamenti autolesionisti. Di certo, si chiudono in un isolamento totale che può facilitare il compito degli aggressori. In aggiunta, un ragazzo con disabilità spesso ha più difficolta a riconoscere e decodificare l’abuso. Cosa che ne favorisce la reiterazione.
Come scardinare il bullismo
I bulli costruiscono nel tempo una scala gerarchica ben precisa, dove ogni soggetto assume uno specifico ruolo e si sente valorizzato dall’accettazione del “capo branco”.
Arginare il fenomeno è difficile per una serie di motivi. In primis, il fattore “paura” porta a consolidare una maglia di silenzio, omertà e complicità, difficile da spezzare. Inoltre, paradossalmente anche il bullo è vittima dei suoi comportamenti. Basti pensare che chi lo attua è predisposto a un alto rischio di abuso di sostanze quali alcol e droghe, disturbi dell’umore, delinquenza, insorgenza del disturbo antisociale di personalità, abbandono scolastico e rischio disoccupazione.
Per scardinare certe dinamiche occorre iniziare col mettere in crisi il gruppo, inquadrando il bullismo come una condizione “disabilitante” anche su chi lo agisce
Insomma il fenomeno va studiato da diverse angolature, identificando i carnefici, non tanto in maniera giustizialista, quanto nell’ottica del pieno recupero dei giovani. Quanto alle vittime di bulllismo, hanno sicuramente bisogno di un aiuto per uscire allo scoperto e superare la paura. Cosa possibile solo se si attiva una rete di protezione efficace.
Quali sono le prospettive?
Studi e analisi statistiche ci presentano un quadro generale ancora assai indefinito. Soprattutto c’è poca attenzione nei confronti dei disabili vittime di bullismo. Essi sono praticamente “invisibili” nella letteratura e nelle statistiche ufficiali.
La violenza può e deve essere prevenuta. Si dovrebbe partire dall’educazione e da una rivoluzione culturale in grado di coinvolgere la scuola e la famiglia, che goda altresì del supporto di leader politici, professionisti e ricercatori.
Infine, anche i media, il mondo della musica, il cinema (sempre più spesso vettori di messaggi poco edificanti), dovrebbero fare uno sforzo verso il cambiamento. Volere è potere.