La nemesi di Elly Schlein punisce i De Luca, sia padre che figlio
Nel Pd, guidato da Elly Schlein, Piero De Luca, figlio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ha perso il ruolo di vicecapogruppo alla Camera dei Deputati.
Nella giornata di martedì 6 giugno, su decisione dell’assemblea del gruppo del Partito Democratico, Piero De Luca è passato da essere vicecapogruppo del Pd alla Camera dei Deputati ad assumere il ruolo di segretario con delega a Pnrr, riforme e sicurezza.
“Non possiamo accettare i processi a un cognome, questo è uno scalpo politico e un errore serio”, le parole di Lorenzo Guerini, capo di Base riformista, riportate da ‘La Repubblica’. L’ex ministra Marianna Madia ha puntato il dito contro “le logiche spartitorie fra correnti, che non ho mai accettato. Vedo solo un’operazione punitiva, malgrado si predichi il cambiamento”.
Sulla sua pagina ‘Facebook’, Piero De Luca ha augurato “buon lavoro” al nuovo ufficio di presidenza ma ha aggiunto: “È chiaro a tutti che le logiche che hanno prevalso in questa vicenda, per quanto mi riguarda, non sono state fondate né su dinamiche politiche, né sulle competenze, né sul contributo al lavoro parlamentare, ma risentono di scorie ancora non smaltite delle ultime primarie. Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore. Il Pd deve “rilanciarsi parlando di temi, di contenuti, di idee, di progetti, anche di sogni per il futuro del Paese. Debba in sostanza parlare di qualcosa, non lavorare contro qualcuno; debba impegnarsi per aggregare e costruire, non disgregare o distruggere e debba farlo possibilmente con una linea politica chiara, non ambigua o equivoca, sulle grandi questioni di attualità. Ma forse ad alcuni di rafforzare il partito interessa davvero poco. La vita ovviamente va avanti. E l’impegno non si fermerà anzi aumenterà ancora di più”.
Ospite di Bianca Berlinguer su Rai3, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha dichiarato: “Accetto tutte le critiche, ascolto tutti ma non torneranno i ‘caminetti’ di prima (le riunioni con i capi corrente, ndr)”.
Elly Schlein ha già fatto capire di essere contraria alla terza candidatura di fila alla presidenza della Campania per Vincenzo De Luca. Faccenda che potrebbe riservare finali scoppiettanti in una regione, la Campania, trasformata in feudo dal presidente della regione del Pd, Vincenzo De Luca, arrivato al governo nel 2015 per la prima volta e riconfermato per altri cinque anni. De Luca vuole il terzo mandato, è disposto a imporlo. Schlein è invece contraria, seppure ancora pubblicamente ha evitato messaggi diretti e clamorosi. Sul metodo di gestione del potere di De Luca esistono, come rivelato da Domani, una miriade di indizi e fatti documentati che vanno dai rapporti con i suoi fedelissimi, sospettati di vicinanza ai clan, ai favori riservati ai re delle cooperative
Secondo ‘La Repubblica’, De Luca senior potrebbe ricandidarsi col Terzo Polo ma è anche corteggiato da Cateno De Luca di ‘Sud chiama Nord‘.
In cima al Nazareno, Elly Schlein – che ha scelto per se stessa il cosiddetto modello di ‘leadership reputazionale’: ho un profilo di purezza radical e non lo posso intaccare con compromessi di comodo. In realtà De Luca padre è stato ripudiato da Elly, visto che non vuole consentirgli la ricandidatura a presidente regionale, che significherà di fatto allontanarlo dal partito, perché De Luca figlio non è ritenuto in linea con il nuovo Pd, perché la segretaria vuole avere direttamente il controllo delle truppe parlamentari attraverso i suoi fedelissimi o i fedelissimi di chi l’ha aiutata a conquistare la guida del partito.
Il doppio no ai De Luca apre una partita interessante che coinvolge anche il terzo polo e uno dei nuovi protagonisti della politica italiana: Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, la formazione moderata che nasce in Sicilia.
Il De Luca siciliano lancia segnali al De Luca campano, ripudiato da Elly e amico storico di Renzi. Si tratterebbe di un incastro a sorpresa. E questo tipo di scenario viene ritenuto interessante anche dentro il Pd, da parte dei riformisti. La bocciatura di De Luca junior finirà per far partire una danza post-schleineriana e favorevole alla coppia De Luca Vincenzo più De Luca Cateno.