Meloni: ‘L’Einstein Telescope vale quasi 2 miliardi di euro e 36mila posti di lavoro’
‘Questa sfida «è assolutamente alla nostra portata se torniamo ad essere Italia capace di pensare e in grande e sognare senza necessariamente dormire: è l’Italia che siamo sempre stati che vogliamo recuperare’: lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni nel corso della presentazione della candidatura italiana per l’Einstein Telescope.
Al fianco di Giorgia Meloni all’Osservatorio di Monte Mario a Roma – sede centrale dell’Inaf – c’erano anche il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. Al tavolo all’Inaf, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini; il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone; il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano.
Dalla ricerca con l’Einstein Telescope “ci aspettiamo scoperte inedite” scoperte su territori dell’universo “mai immaginati”. A sottolinearlo è stato il presidente dell’Infn, Antonio Zoccoli. “L‘Einstein telescope – ha spiegato il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi che è presidente del Comitato tecnico scientifico per la candidatura italiana dell’Einstein Telescope – ci darà informazioni fondamentali per la nostra conoscenza fisica e astrofisica dell’universo, ci permetterà di capire come si è sviluppato il mondo che noi conosciamo: osserveremo le onde gravitazionali prodotte miliardi di anni fa”.
L’investimento pari a 1,9 mld di euro – stimato dagli economisti dell’Università di Sassari – è suddiviso in 1,7 miliardi per l’infrastruttura di ET mentre il rimanente (0,2 mld) sarà investito in tecnologia. Gli economisti stimano inoltre che per ogni euro investito ci sarà un incremento di Pil di 1,6 euro. Inoltre ogni euro investito in ET genererà un volume di affari di 3,2 euro. Secondo l’architettura finanziaria , in discussione a livello europeo internazionale, l’investimento di 1,9 miliardi sarà per metà a carico della nazione ospitante e per metà a carico degli altri governi europei. Il progetto Einstein Telescope è appoggiato dalla Commissione Europea.
Presso l’osservatorio all’Osservatorio astronomico di Roma, Meloni ha presentato ufficialmente la candidatura del sito italiano nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, in Sardegna. Il sito è il luogo prescelto per la futura grande infrastruttura europea di ricerca per la rivelazione delle onde gravitazionali ipotizzate dal genio di Albert Einstein e scoperte solo nel 2015. Realizzare l’Einstein Telescope richiede un investimento europeo colossale da 1,9 miliardi di euro in 9 anni e che – considerando effetti diretti e indotti – si stima occuperà 36.085 unità di forza lavoro corrispondenti a circa 4.000 persone che lavorano full time, ogni anno, per i 9 anni di costruzione ipotizzati.
L’esecutivo getta il guanto di sfida all’Olanda, l’altro Paese in europeo in gara, che ha proposto come sede per l’Eistein Telescope il sito Limburg, al confine fra Belgio e Germania, non lontano da Maastricht. L’Italia insomma vuole proprio vedere sorgere in casa il grande rilevatore di onde gravitazionali e propone l’area della miniera dismessa di Sos Enattos come sito per l’infrastruttura di ricerca che sarà in grado di osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore rispetto agli attuali strumenti di seconda generazione.
Il Telescopio Einstein (Einstein Telescope, o anche solo ET) è un futuro rilevatore di onde gravitazionali di terza generazione attualmente (2022) in fase di studio da parte di vari enti scientifici dell’Unione europea.La proposta del Telescopio Einstein si basa sul successo dei rilevatori di seconda generazione Advanced LIGO e Advanced Virgo e sulle loro osservazioni che hanno permesso di gettare nuova luce sulla scienza delle onde gravitazionali. Proprio come LIGO e Virgo, il Telescopio Einstein utilizzerà il principio di interferenza di due fasci luminosi per rilevare il passaggio di un’onda gravitazionale (interferometro), spingendosi ancora più avanti: l’intera struttura sarà infatti realizzata sottoterra per mitigare i disturbi causati dal rumore sismico ambientale; la dimensione dell’interferometro passerà dai 3–4 km dei rilevatori attuali a 10 km; le ottiche saranno raffreddate a una temperatura di 10–20 K per ridurne il rumore termico; nuove tecnologie quantistiche verranno adottate per ridurre le fluttuazioni della luce; una serie di infrastrutture saranno realizzate per ridurre ulteriormente altri disturbi ambientali. Attualmente, come detto, sono due i luoghi candidati ad ospitare il Telescopio Einstein: la regione circostante la miniera di Sos Enattos in Sardegna e l’Euroregione Mosa-Reno tra Paesi-Bassi, Belgio e Germania.