Caso Santanchè e l’invito dei pentastellati a riferire in Aula
Da una parte il pressing delle opposizioni sul caso Santanchè, dall’altra il rebus del Mes che ha creato un cortocircuito nella stessa maggioranza. Sarà alta l’attenzione del governo verso ciò che succederà in questi giorni in Parlamento, dove tra l’altro Giorgia Meloni si presenterà mercoledì per le comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo, in cui terrà anche un aggiornamento sulla crisi russa, dopo che le milizie e i carri armati della Wagner sono giunti a 200 chilometri da Mosca.
Sul caso di Daniela Santanchè è intervenuto il M5s con una nota: “I capigruppo del M5s Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli hanno chiesto ai presidenti di Camera e Senato la convocazione immediata di una conferenza dei capigruppo per disporre un’informativa urgente del ministro Santanchè in merito ai gravi fatti emersi dall’inchiesta giornalistica di Report”, si legge. Il ministro del Turismo è finita al centro di molte polemiche per gestione delle due aziende Ki Group e Visibilia.
L’opposizione è sul piede di guerra per la vicenda che vede coinvolta in prima persona il ministro del Turismo, nella sua attività imprenditoriale. La rabbia, spiega in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS, è la conseguenza di ciò che emerso nell’inchiesta di Report sulle due aziende Ki Group e Visibilia. “Il vicepremier Tajani difende Daniela Santanchè: ‘per noi ha già chiarito’, dice. Cosa avrebbe chiarito Santanchè? Proprio nulla, semplicemente continua a minacciare querele a Report, alla cui redazione va tutta la nostra solidarietà, e a chiunque parli della vicenda. Noi l’aspettiamo in Aula, ci dica come sia stato possibile non pagare il Tfr ai dipendenti, mettere in cassa integrazione a zero ore e nel contempo farli lavorare, fare debiti per milioni di euro e non pagare i creditori”, attacca Bonelli. “Tajani pur di prendere una posizione diversa dal vicepresidente della Camera dei Deputati Mulè del suo stesso partito, arriva ad assumere una posizione insostenibile nel difendere la Santanchè. Noi continuiamo a ritenere che la ministra del Turismo debba dimettersi immediatamente, come sarebbe accaduto in qualsiasi altro paese europeo”.
La ministra del Turismo ha assicurato a Meloni di non essere indagata, ma la premier si attende che vada in Aula. Evoluzioni dell’inchiesta a Milano per bancarotta e falso in bilancio potrebbero portare a scelte drastiche. I prossimi giorni si annunciano delicati.
“Il ministro Daniela Santanché è tranquilla ed è disponibile a riferire in Aula”, aveva detto il premier Giorgia Meloni intervistata sulla vicenda. Per il capo del governo la vicenda non è un problema.
«Non si fanno processi televisivi. Il ministro Santanché ha già chiarito di non avere nulla da nascondere e valuterà lei se è il caso di chiarire qualcosa e riferire in Aula: di certo non è la Lega che chiede al ministro di riferire in Aula», ha precisato Riccardo Molinari. Secondo Tajani, Santanché «ha già chiarito e se vuole presentarsi in Parlamento «è una sua scelta, Forza Italia non ha chiesto altri chiarimenti». Anche in questo caso la posizione dei due partiti appare molto più morbida rispetto a quanto trapelato nei giorni scorsi quando sembrava che i due partner di maggioranza di Fdi spingessero affinché il ministro si presentasse quanto meno in Parlamento. In questo modo l’iniziativa di contrasto diventa appannaggio esclusivo delle opposizioni e la maggioranza si è ulteriormente ricompattata. I capigruppo del M5S a Camera e Senato, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, hanno chiesto ai presidenti dei due organi la convocazione immediata di una conferenza dei capigruppo per disporre una informativa urgente del ministro Santanché. Analoghe richieste sono pervenute anche dal Partito democratico, da Verdi e Sinistra e da +Europa. Gli attacchi a Santanché sono così circoscritti al solo fronte esterno