Da Kiev a Gaza il diritto internazionale mortificato e violato
In una riga del comunicato diffuso dal G 7 dei Ministri degli Esteri, tenutosi a Tokyo, è contenuto tutto l’imbarazzo politico- diplomatico dell’Occidente rispetto a quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Eccola: “Mettiamo in rilievo il diritto di Israele di difendere se stessa e il suo popolo, nel rispetto del diritto internazionale“. Il testo non cita le tensioni tra Washington e Tel Aviv, in merito al costante richiamo di Biden a Netanyahu, di salvaguardare la popolazione di Gaza nel rispetto delle leggi internazionali. L’appello di Biden è stato sempre disatteso dal Premier israeliano, come le notizie e le immagini provenienti dalla Striscia di Gaza testimoniano, per non parlare della denuncia fatta dal Segretario generale dell’ONU, Guterres, che ha palesemente accusato Israele di crimini di guerra. Netanyau non vuole sentire parlare nemmeno di tregua umanitaria. Un mese di conflitto a Gaza ha prodotto già più di diecimila morti tra i civili, di cui 40% bambini, a cui si sommano i 1200 israeliani, trucidati. Le diplomazie occidentali richiamo tutte al rispetto del diritto internazionale, ma da questo punto di vista la guerra di Gaza ha completato lo smantellamento dello stesso, che già era iniziato con l’aggressione russa all’Ucraina. In sostanza si sono violati principi fondamentali dell’ordinamento giuridico internazionale racchiusi in tre documenti. Innanzitutto la Carta delle Nazioni Unite del 1945 e sottoscritta dai 193 Paesi che aderiscono, tranne la Palestina ammessa solo come ‘ osservatore ‘. Poi la Convenzione di Ginevra del 1949, firmata in tempi diversi anche dagli Israeliani e dai palestinesi. Infine lo Statuto di Roma del 1998 che istituisce il Tribunale penale Internazionale, con sede all’Aia, in Olanda. Le diplomazie di tutto il mondo da quasi due anni, dall’aggressione russa all’Ucraina, non fanno altro che invocare le norme contenute in questi tre documenti che inevitabilmente contengono il richiamo e le sanzioni che ben si addicono a quanto sta avvenendo in Ucraina e nella Striscia di Gaza. Per i crimini commessi dai soldati russi e da Hamas deve intervenire il Tribunale penale Internazionale; per Israele, invece, la Convenzione di Ginevra contiene tutte quelle norme che sanciscono l’illegittimità del bombardamento delle popolazioni civili . Tutto quanto abbiamo descritto è da prendere in considerazione in linea di principio, ma allo stato dei fatti il diritto internazionale è stato mortificato e violato. Il Tribunale penale internazionale non è riconosciuto ne’ dai russi, ne’ dagli americani, ne’ dagli ucraini, ne’ dagli israeliani. Così come la Convenzione di Ginevra non prevede sanzioni a carico di chi bombarda le popolazioni civili. L’ordinamento mondiale conseguente alla seconda guerra mondiale, possiamo dire che ormai è superato, anzi morto e con lo stesso anche il diritto internazionale. I conflitti in Europa e in Medio Oriente hanno messo in crisi anche quella sorta di consuetudine informale che fino ad oggi aveva mantenuto più o meno stabili gli equilibri geopolitici. Il fulcro di questa sorta di governance materiale è tuttora Washington che è alla ricerca spasmodica di partner con cui poter gestire le crisi più gravi del pianeta. La Casa Bianca ha cercato di coinvolgere Pechino a fare da mediatore con Putin e con l’Iran. Poi ha cercato figure internazionali capaci di interagire con l’Islam radicale, cercando di coinvolgere il Presidente turco Erdogan che alla fine si è dimostrato inaffidabile, anzi difende le ragioni di Hamas. Infine la vecchia Europa che appare sempre di più un convitato di pietra, orfana di grandi leader, con politici e governanti sempre più sensibili alle offerte economiche che vengono dai Paesi arabi ricchi e dalla Cina .