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Save the Children: “Non c’è nessun luogo sicuro a Gaza”

“Non lo sottolineerò mai abbastanza: non c’è nessun luogo sicuro a Gaza. Ma secondo il diritto internazionale umanitario, dovrebbe esserci. I campi di sfollati, i rifugi, le scuole, gli ospedali, le case e le cosiddette ‘zone sicure’ non dovrebbero essere terreno di scontri. Eppure, Gaza è stata devastata. Questi ordini di trasferimento non offrono una reale sicurezza. Se le persone restano, vengono uccise. Se si muovono, vengono uccise. La popolazione si trova a dover ‘scegliere’ tra una condanna a morte o un’altra”. Lo ha detto Jason Lee, direttore per i territori palestinesi occupati di Save the Children. Ieri mattina, ricorda l’organizzazione in un comunicato, 14 persone, per la maggior parte bambini sotto i dieci anni, sarebbero state uccise durante attacchi aerei israeliani vicino ad Al-Mawasi, un’area indicata come “zona umanitaria” dalle autorità israeliane, in cui è stato ordinato ai civili di rifugiarsi per la loro sicurezza. Dal 7 ottobre, ricorda l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, le forze israeliane hanno emesso diversi “ordini di evacuazione”, indirizzando i civili principalmente verso tre aree del sud: Khan Younis, Rafah e Al-Mawasi. Tutte e tre le aree sono state successivamente colpite da attacchi aerei israeliani nei quali i civili, compresi i bambini, sono stati uccisi e feriti, denuncia un comunicato.