CronacaItalia

IA: nessun limite al progresso

L’Europa è stata la prima a porsi quesiti riguardo la legittimità e la sicurezza di alcune operazioni associate all’intelligenza artificiale; la prima a regolamentarne l’utilizzo con una vera e propria legge. Secondo l’AI Act, infatti, in Europa non sarà possibile utilizzare riconoscimenti biometrici o delle emozioni sul posto di lavoro e in ambienti accademici, a meno che non sia specificato il tempo di fruibilità delle informazioni sensibili raccolte. Altri restringimenti riguardano l’IA generativa e la necessità di trasparenza non solo sul copyright delle immagini utilizzate ma, in generale, sui dati forniti per istruire l’intelligenza artificiale.
L’AI Act identifica dei “sistemi ad alto rischio”: sono quelli che rischiano di venire meno ai diritti fondamentali o possono recare danni a salute, sicurezza, ambiente e, conseguentemente, democrazia. Non a caso, il 77% degli italiani guarda con timore al futuro della IA (per quanto solo il 17% si dichiari assolutamente contrario al suo utilizzo) ed è per proteggere i cittadini che l’Europa ha deciso di mettere subito in chiaro le regole. Ma adesso, le aziende chiedono di allentare la morsa, affinché non ci sia il rischio di perdere i “benefici di una tecnologia aperta in grado di accelerare la crescita economica e la ricerca”.
Tra i firmatari Prada, Pirelli, EssilorLuxottica, Meta e Spotify: si appellano ai legislatori europei per l’utilizzo di modelli multimodali, in grado di accettare un numero più ampio di input e restituire altrettanti output. Per esempio, l’intelligenza artificiale multimodale sarebbe in grado di generare file video da una semplice descrizione scritta; come trovare immagini e musica per farlo, nella maniera più trasparente e corretta possibile, rientra nelle sfide che aziende e legislatori dovranno affrontare insieme in una sinergia più completa, affinché questa tecnologia non “venga sviluppata soltanto altrove”. A detta dei firmatari, esisterebbe un modo di aprirsi al progresso pur restando fedeli ai principi dell’AI Act e permettere ai cittadini europei di toccare con mano il futuro.

di Alice Franceschi