Politica

Super Green Pass, restrizioni ai No Vax con governo e Regioni sulla linea dura

Nel corso del Consiglio dei ministri che ha varato le norme sul Super green pass e le misure anti-Covid per arginare la quarta ondata, c’è stato un confronto tra la ministra forzista Mariastella Gelmini e il leghista Giancarlo Giorgetti, entrambi nella coalizione di centrodestra. Quando il responsabile dello Sviluppo economico ha sollevato dubbi sull’adozione del passaporto vaccinale già in zona bianca, dunque sull’intero territorio nazionale, la ministra agli Affari regionali ha fatto presente come il tema fosse stato ‘ampiamente trattato dalle regioni e ampiamente condiviso’. La ministra, riferiscono inoltre fonti presenti al Cdm, avrebbe inoltre rimarcato come le uniche rimostranze, dal fronte delle Regioni, fossero arrivate dai governatori in quota FdI. Al termine del Cdm, forse non a caso, è arrivata la precisazione di Giorgetti sulla posizione dei governatori leghisti. ‘Ho espresso in Consiglio dei ministri le riserve della Lega su un super green pass esteso anche alle zone bianche – ha detto infatti il leghista – Perplessità che governatori e sindaci della Lega hanno portato avanti in più occasioni, compresa la conferenza delle Regioni’.  

In conferenza stampa Draghi a chi gli ha domandato come ha fatto a convincere Matteo Salvini all’adozione del super green pass già in zona bianca, ha risposto: ‘Non ci sono stati sforzi di convinzione, la necessità di muoversi verso una nuova stretta è stata espressa in primo luogo dalle regioni e dal presidente della conferenza Fedriga. La domanda non è cosa faremo se si porranno le condizioni per chiudere, ma cosa dobbiamo fare per non chiudere, per non arrivarci’.

Le misure adottate in Cdm sono state duramente criticate da Giorgia Meloni. ‘Quando a luglio il governo Draghi affermava che con il Green Pass gli italiani potranno continuare a esercitare le proprie attività e divertirsi con la garanzia di trovarsi con persone che non sono contagiose, ponemmo subito le nostre perplessità’, ha scritto la leader di Fratelli d’Italia in un post su Facebook: ‘Chiedemmo di cambiare strategia rispetto al precedente esecutivo, proponendo soluzioni concrete per il potenziamento dei trasporti pubblici e per la sicurezza delle scuole. Siamo stati ignorati, esattamente come successe con Conte dopo l’estate 2020. Ci troviamo a ridosso del Natale e il lasciapassare non ha dato quelle garanzie di sicurezza promosse e auspicate. Cosa fa il governo dinanzi questo dato di fatto? Non solo non ammette il fallimento, ma lo potenzia ulteriormente. E in questo modo continua a sbagliare mira. Le eventuali chiusure e le ulteriori discriminazioni verso una fetta di popolazione  sono solo un modo per scaricare le responsabilità sui cittadini italiani e su un’intera Nazione che ha la necessità e l’urgenza di ripartire. Quando è stato istituito il green pass ci è stato detto che ci avrebbe garantito la libertà. Adesso ci si dice che sono possibili le stesse restrizioni dello scorso anno. E allora non avevamo né i vaccini, né il green pass. Forse, prima di continuare sulla stessa strada, qualcuno dovrebbe ammettere che ha sbagliato. Perché   la campagna vaccinale era fondamentale ma da sola non bastava. E’ quello che Fdi ha tentato di dire per mesi: bisogna mettere in sicurezza innanzitutto i mezzi pubblici e gli anziani; lavorare seriamente sulle scuola, bisognava difendere i confini. Continuano ad arrivare immigrati illegali da non sappiamo quali Nazioni. E intanto si bloccano gli aerei che arrivano probabilmente dalle stesse Nazioni. Bloccano gli aerei e poi…il vero Green pass ce l’hanno gli immigrati illegali. Il vero pass verde ce l’hanno gli immigrati che vogliono venire in Italia senza regole. La cosa che mi sfugge è come facciano i ministri Lamorgese e Speranza e il premier Draghi a sapere se quelli che arrivano coi barconi e spesso si rifiutano di fare il vaccino e anche il tampone per non essere rimpatriati, non siano transitati -prima di arrivare in Libia o Tunisia dalle nazioni dalle quali bloccano gli aerei. Tutto continua ad essere assolutamente surreale, sono mesi che chiediamo che tra le misure di serietà di un governo vagamente dotato di senno ci sia il controllo delle frontiere. Avevamo promesso di non andare al governo con Pd e M5S e lo abbiamo fatto. La sinistra ha l’idea della poltrona mentre noi abbiamo un’altra idea. Nei sistemi democratici normali, quelli bipolari, con la democrazia dell’alternanza, c’è uno che vince e uno che perde. Non rinuncio alle mie idee per avere la targhetta ministra sul tavolo.  Se vado al governo, non ci vado per sopravvivere, ma per fare le cose che voglio fare’.

Draghi in conferenza stampa ha fatto  il punto della situazione: ‘Più che concentrarmi sui rischi   voglio concentrarmi su un altro aspetto, quel che dicono questi provvedimenti, quel che dicono i governatori delle regioni, con cui abbiamo avuto un’interlocuzione proficua e per questo ringrazio il presidente Fedriga. Quello che dicono questi provvedimento è che vogliamo prevenire per preservare, per conservare. Vogliamo essere molto prudenti, per evitare rischi e conservare quel che gli italiani hanno conquistato’. Nel suo discorso ha ricordato ‘i quasi 134mila morti che abbiamo avuto, la caduta dell’attività economica dell’8-9% credo con nessun eguale in Europa. Il ricordo va alle attività chiuse, ai ragazzi che hanno fatto un anno di scuola in assenza, in dad, e che non sono stati bene, alcuni stanno ancora soffrendo quest’esperienza. Il ricordo va alla povertà che ha portato il Covid con sé. Abbiamo preso importanti provvedimenti in tema di controllo pandemia, tant’è che la situazione italiana è sotto controllo, una delle situazioni migliori in Europa, grazie a una campagna vaccinale che ha registrato un successo notevole. Voglio continuare a ringraziare tutti gli italiani, che hanno aderito con grande partecipazione, e anche a quelli che si stanno sottoponendo alla terza dose, con numeri incoraggianti’.

Draghi nel corso della conferenza ha raccontato di aver fatto la terza dose di vaccino. Ora occorre chiedersi di eventuali rischi, c’è una situazione esterna grave in paesi con noi confinanti. Anche la nostra situazione, in Italia, è lieve e in costante peggioramento. Non siamo ancora nella pienezza dell’inverno e considerare il fatto che, grazie all’evidenza scientifica, sappiamo che la copertura vaccinale comincia ad affievolirsi in questo periodo, per questo abbiamo deciso l’anticipazione della terza dose a 5 anziché 6 mesi. Sullo stato di emergenza non mi azzardo a dire che abbiamo deciso a un mese della scadenza, altrimenti il professor Cassese mi sgrida. Valuteremo la situazione. Ma la domanda da porsi è: a noi interessa prorogare l’emergenza o avere a disposizione tutta la struttura sanitaria, di controlli, di intervento che ci ha permesso di affrontare la pandemia? Penso la seconda, quindi bisogna chiedersi se è possibile mantenere questa struttura senza prolungare lo stato di emergenza. Non lo so se è possibile, ma lo vedremo. Spero che questo sarà un Natale normale. Se abbiamo un po’ di restrizioni sarà normale per i vaccinati e speriamo che la situazione consenta che il prossimo Natale lo sia per tutti, anche per coloro a cui saranno riservate le restrizioni appena decise dal Cdm. L’auspicio è che queste persone attualmente penalizzate dalle misure adottate possano tornare a essere parte della società come tutti noi’.

Roberto Speranza, dal canto suo, ha specificato che nel decreto legge approvato ci sono 4 ambiti di intervento essenziali. Un primo ambito ha a che fare con la questione dell’obbligo di vaccino anti-Covid, oggi in Italia già vigente per alcune categorie. Cioè i sanitari e tutti i lavoratori delle Rsa, compreso il personale non sanitario che lavora in queste strutture residenziali. Noi estendiamo quest’obbligo a ulteriori categorie: in primis al personale non sanitario che lavora nel resto del comparto salute, per esempio nei presidi ospedalieri. Lo estendiamo anche alle forze ordine, ai militari e anche a tutto il personale scolastico. L’estensione dell’obbligo, ha puntualizzato, riguarderà anche la terza dose, o il richiamo per le persone che hanno fatto il monodose di J&J.