Coronavirus, 9.503 contagi, 92 decessi
Sono 9.503 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute.
Ieri erano stati 15.021.
Sono invece 92 le vittime in un giorno, ieri erano state 43.
Sono 235.835 gli attualmente positivi al Covid in Italia, 3.835 in più nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.118.576, i morti 134.287. I dimessi e i guariti sono invece 4.748.454, con un incremento di 5.567 rispetto a ieri.
Sono 301.560 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus. Ieri erano stati 525.108. Il tasso di positività è al 3,1%, in aumento rispetto al 2,9% di ieri. Sono invece 743 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 7 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 45. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 5.879, ovvero 282 in più rispetto a ieri.
Gimbe, in 2 settimane 390mila nuovi vaccinati
“La buona notizia è che nelle ultime due settimane abbiamo ottenuto circa 390mila nuovi vaccinati”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. “Questo direttamente o indirettamente – ha aggiunto – dimostra che il famoso zoccolo duro di non vaccinati ha margine per essere scalfito. E’ ovvio che, se si dovesse mantenere questo incremento vaccinale, nel giro di due mesi saranno rimasti solo gli irriducibili a non vaccinarsi. Però dubito che possa esserci questo incremento anche se è difficile fare delle previsioni: spesso gli italiani ci sorprendono in positivo”.
Sul fronte epidemiologico, Cartabellotta ha osservato che “si conferma la crescita di casi, ma con un impatto sugli ospedali che è però notevolmente più modesto rispetto all’era pre-vaccinale. In era pre-vaccinale, con l’attuale numero di contagi, avevamo il triplo di pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva. Ogni mille casi positivi che abbiamo, il 2,4% viene ricoverato in area medica e il 3xmille va in terapia intensiva. Dobbiamo gestire la pandemia in maniera ordinaria, perché non possiamo più permetterci di intasare gli ospedali ostacolando l’assistenza ai malati delle altre patologie”.
Sale al 10%, a livello nazionale, la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di area medica. E’ quanto emerge dal monitoraggio quotidiano dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che confronta i dati del 6 dicembre, con quelli del giorno precedente. La percentuale dei posti in area medica cresce in 7 regioni e PA: Abruzzo (al 9%), Calabria (al 15%), Emilia Romagna (al 9%), Friuli Venezia Giulia (al 23%), Pa di Trento (al 11%), Piemonte (all’8%), Sardegna (al 5%) mentre calano in Valle d’Aosta (al 21%).
E’ stabile all’8%, a livello nazionale, la percentuale dei posti in terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Ritornano oltre soglia le marche raggiungendo il 12% e restano oltre il limite (che e’ il 10%) il Friuli Venezia Giulia (16%) e la Provincia autonoma di Bolzano (14). Mentre la percentuale è in calo in Abruzzo (al 4%), Calabria (al 10%), Liguria (al 10%), Umbria (all’8%), Valle d’Aosta (al 3%). E’ quanto emerge dal monitoraggio quotidiano dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che confronta i dati del 6 dicembre, con quelli del giorno precedente.