Conte a Draghi: M5S resta al governo ma serve discontinuità
“Noi siamo disponibili a condividere la responsabilità di governo come abbiamo fatto fin qui, ma occorre un forte segno di discontinuità”. E’ questa la richiesta ‘politica’ che Giuseppe Conte ha fatto al presidente del Consiglio Mario Draghi”. Per ora il M5S non esce dall’esecutivo ma, sottolinea l’ex premier, “abbiamo bisogno di risposte chiare e impegni precisi anche in tempi ragionevoli. Draghi si prenderà un pò di tempo per valutare le nostre richieste”. Dunque si va avanti ma si naviga a vista.
“Abbiamo parlato con il presidente Draghi, gli ho consegnato un documento a nome di tutta la comunità del M5S”.
“Come sapete abbiamo accumulato un forte disagio politico e gli ho esplicitato le ragioni di questo disagio, che sono riportate anche nel documento. Noi – spiega Conte lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro con il premier Mario Draghi – siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo come fatto sin qui in modo leale e costruttivo, ma occorre un forte segno di discontinuità” ha detto Conte. Ed ecco le richieste del Movimento al Premier.
“Dobbiamo intervenire a sostegno di famiglie e imprese, dobbiamo farlo con un intervento straordinario: 200 euro di bonus una tantum non servono”. E poi “non permettiamo più che il reddito di cittadinanza, che è una misura di protezione minimale in una fase delicata come questa, sia messo quotidianamente in discussione. Vogliamo parole chiare anche su questo”. “Dobbiamo offrire a tutti i contribuenti che in questo momento hanno il dilemma non di arrivare a fine mese, ma a metà mese e non stanno pagando le cartelle esattoriali, una straordinaria agevolazione. Non vogliamo un condono ma un piano di rateizzazione straordinaria senza pagamento di interessi e sanzioni” ha sottolineato ancora Conte. “Dobbiamo intervenire immediatamente sul taglio del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori, dobbiamo intervenire a favore di imprese e lavoratori, dobbiamo approvare il salario minimo, non possiamo continuare lasciando che ci siano buste paga di 3-4 euro lorde l’ora”.
Inoltre, “dobbiamo risolvere con assoluta urgenza l’incaglio che c’è, il blocco nella cessione dei crediti per quanto riguarda il superbonus. Ci sono migliaia di imprese sull’orlo del fallimento, ci sono famiglie che non possono completare i lavori e noi tutto questo non possiamo permetterlo”. E non è mancato l’attacco sulla transizione ecologica. “Abbiamo rappresentato al premier Draghi che noi non siamo qui per predicare la transizione ecologica di giorno e consentire nuove trivellazioni di notte”.
La fiducia al dl aiuti? “Ne parleremo adesso, ci sono riunioni dei capigruppo, i lavori parlamentari riprenderanno alle 14.30 e definiremo la nostra posizione, che sul punto è già molto chiara” ha risposto Conte lasciando Palazzo Chigi.