L’Afghanistan e Meloni: ‘I corridoi umanitari non risolvono’. I soldati Usa cominciano a lasciare i territori
‘I corridoi umanitari non solo la soluzione della crisi in Afghanistan, per affrontare la quale, invece, bisogna intervenire in supporto dei Paesi confinanti’. Intervenendo al Meeting di Rimini insieme agli altri leader di partito, Giorgia Meloni ha ribadito la posizione di FdI sull’emergenza profughi scatenata dal ritorno dei talebani al potere. Ma, ha avvertito la leader della destra, a indurre una riflessione dovrebbe essere soprattutto il fatto che, per quanto quello dei profughi sia un «grande tema», l’Unione europea oggi vi concentri tutta la propria attenzione, trascurando completamente gli altri temi. ‘Non credo che i corridoi umanitari siano la soluzione, ma aiutare i Paesi limitrofi all’Afghanistan per accogliere i profughi., ha affermato Meloni al Meeting di Rimini, invitando però soprattutto a riflettere sulle «conseguenze geopolitiche imprevedibili» che si aprono. E avvertendo che «quello dei profughi è un grande tema», ma il fatto che l’Unione europea parli solo di questo «dimostra la sua debolezza», perché l’Unione «è totalmente assente sulla politica estera» e si dimostra un «nano politico».
Le prime truppe Usa restanti in Afghanistan hanno cominciato a lasciare il Paese, con il ritiro completo previsto entro il 31 agosto e le operazioni di evacuazione entrate di fatto nella loro ultima settimana. A riportarlo sono alcuni media americani, tra cui la Cnn, che cita due fonti nella Difesa.
A questo punto, solo “poche centinaia” di soldati dei 5.800 dispiegati all’aeroporto di Kabul sono partiti e la missione di evacuazione rimane il focus delle operazioni sul campo. “La riduzione delle truppe per ora non ha effetto sulla missione”, ha spiegato una delle fonti.
Il presidente Usa, Joe Biden, ha spiegato ai colleghi del G7 la volontà di non posticipare la scadenza del 31 agosto per il ritiro dall’Afghanistan con il fatto che ci sarebbe un “rischio aggiuntivo” nel mantenere le truppe nel Paese oltre la data fissata. Secondo quanto riferito dalla portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, la minaccia citata da Biden è quella che proviene dai gruppi affiliati all’Isis.
Il presidente “ha detto chiaramente che ogni giorno delle operazioni sul campo aggiungiamo un rischio per le truppe, con le crescenti minacce che provengono dall’Isis”.