In Sicilia torna, tra regole e cambiamenti, la zona gialla
Alla luce dell’aumento dei contagi e dei ricoveri in ospedale, la Sicilia è la prima Regione che torna in zona gialla e che deve fare i conti con le restrizioni: ma quali sono le regole attualmente in vigore in zona Gialla? Una domanda dalla risposta non così scontata, in quanto il lungo periodo trascorso in zona Bianca ha cancellato dalla memoria le restrizioni legate al sistema a colori.
Con il passaggio dalla zona Bianca alla zona Gialla la Regione deve fare i conti con la reintroduzione di alcune restrizioni che ci siamo lasciati alle spalle con il passaggio in zona Bianca.
In zona Gialla non c’è il coprifuoco, che il governo ha aboibile muoversi liberamente all’interno della propria Regione. Inoltre è possibile spostarsi anche tra Regioni.
È possibile raggiungere le seconde case che si trovano nella regione di appartenenza e quelle che si trovano in un’altra regione.
Bar e ristoranti devono fare i conti con le restrizioni. È possibile consumare al tavolo anche al chiuso fino alle ore 18.00. Al tavolo possono sedere fino a quattro persone a meno che non si tratti di conviventi.
In zona Gialla non si procede con la chiusura dei negozi. Restano aperti quelli essenziali così come i negozi per i servizi di cura della persona e i centri commerciali.
In zona Bianca non è obbligatorio indossare la mascherina all’aperto a meno che non ci si trovi in luoghi e situazioni dove non è possibile garantire il distanziamento. In zona Gialla invece è obbligatorio indossare la mascherina anche all’aperto. Non è obbligatorio invece indossare la mascherina quando si pratica attività sportiva.
Con il decreto del 22 luglio, il governo ha cambiato i parametri per il passaggio dalla zona Bianca alla zona Gialla. Per passare dal bianco al giallo:
l’incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 50 ogni 100.000 abitanti a condizione che il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sia superiore al 15 per cento e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 sia superiore al 10 per cento.