MondoNews

Giornata internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati 

Il 19 giugno si terrà la “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Sessuale nei Conflitti”, per porre fine a ogni pratica disumana e onorare le vittime della violenza sessuale 

Una Giornata per fermare la violenza e commemorare  le vittime

Nel 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva introdotto la “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Sessuale nei Conflitti armati” tramite la Risoluzione A/69/293 L. 75. 

La data commemora l’adozione della risoluzione RES/1820 del 2008 del Consiglio di sicurezza, che condanna la violenza sessuale come “tattica di guerra e ostacolo alla costruzione della pace”, e sostiene che lo stupro e altre forme di violenza sessuale possono “costituire un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità o un atto costitutivo rispetto al genocidio”.

Precisiamo che la violenza sessuale nei conflitti è altresì considerata “una grave violazione del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”.

Nel corso della Giornata saranno ricordate le persone sopravvissute alla violenza sessuale in tutto il mondo e si renderà omaggio a tutti coloro che hanno dedicato altruisticamente la propria vita per sradicare questi crimini. 

Un escalation di violenza 

Dallo stupro, alla schiavitù sessuale, dalla prostituzione forzata, alla gravidanza, all’aborto, dalla sterilizzazione, al matrimonio non consensuale, sono migliaia le vittime di ogni genere di violenza, legata direttamente o indirettamente a un conflitto. 

Il fenomeno si registra soprattutto in aree colpite da crisi umanitarie (Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Afghanistan, Siria, Repubblica Centrafricana, Mali, Sud Sudan, Iraq, Somalia, Ucraina).

Nella maggior parte dei casi, non ci giungono notizie sufficienti o se arrivano, tendiamo a considerarle con l’occhio dell’osservatore esterno, anche perché in fondo non ci riguardano direttamente. Anche far finta di niente è tuttavia una forma di violenza. 

E’ necessario pertanto intervenire con urgenza, sia per aumentare la consapevolezza, sia per definire strategie atte a porre fine a tali barbarie in tutto il mondo.  

Target: conosciamo le vittime 

A subire violenza sessuale non sono solo le donne, ma anche uomini, ragazzi, sfollati interni, vedove, migranti, donne capofamiglia, detenuti, persone con disabilità, specifici gruppi etnici e minoritari.

Stesso destino riguarda le persone che tentano, eroicamente, di fornire servizi salvavita ai sopravvissuti (inclusi manifestanti e testimoni). 

Purtroppo, il silenzio è il miglior alleato di talli crimini. Secondo gli esperti, per ogni stupro denunciato, altri dieci o venti restano confinati tra le mura domestiche o all’interno del gruppo di appartenenza, per paura di rappresaglie e per la mancanza di adeguati servizi di assistenza. 

Conseguenze degli stupri segnalati dalla Giornata internazionale 

In molti casi, la violenza sessuale può portare a gravidanze indesiderate. Cosa che spesso provoca l’allontanamento delle donne dalle proprie famiglie e comunità.

Non mancano poi i problemi amministrativi relativi alla registrazione delle nascite dei loro figli, ai nomi legali o ai diritti di cittadinanza.

Quanto agli stupri a danno degli uomini, ad oggi in molti Paesi non ci sono disposizioni legali che regolano questo tipo di violenza.

Target: conosciamo i carnefici 

Generalmente gli autori di questi crimini sono affiliati a gruppi armati statali o non statali (forze armate nazionali, polizia e altri enti di sicurezza, entità o reti terroristiche, milizie locali e trafficanti). 

La violenza durante un conflitto fa parte di una tattica volta a terrorizzare le popolazioni locali ritenute sostenitrici dei loro nemici.

E’ ora di dire basta!