Pallavolo, Italia campione d’Europa: il cuore delle Azzurre travolge tutti
Nessuno ci credeva, non dopo la disfatta delle Olimpiadi di Tokyo. E invece le Azzurre del volley, testa bassa e tanta umiltà, hanno dimostrato che la nazionale c’è. È viva e vegeta e ha fame di vittorie, quelle che quest’estate hanno commosso milioni di persone, per gli Europei di calcio prima, per i Giochi Olimpici poi. Così, sul finire di questa stagione straordinaria sono loro a dare l’ennesima gioia agli appassionati di volley e di sport in generale.
Trascinate da una Miriam Sylla in grande spolvero e da una Paola Egonu senza freni, le Azzurre hanno travolto la Serbia, quella stessa Serbia che le aveva umiliate meno di un mese fa a Tokyo, eliminandole in malo modo ai quarti di finale. E a rendere ancora più grande l’impresa c’è il fatto che la partita perfetta è arrivata proprio sotto gli occhi dei tifosi serbi.
Erano in ventimila nel palazzetto. Una bolgia. Un fischio continuo contro. Ma non è servito a molto. Non oggi. Non questa volta.
È così che la Nazionale Italiana ha vinto gli Europei di Pallavolo Femminile, una vittoria che ha un sapore ancora più dolce proprio perché è arrivata quando nessuno se l’aspettava, quando nessuno credeva in loro.
E invece queste ragazze ci hanno messo il cuore, oltre al talento, indiscusso, che tutti conoscevamo, ma che non era bastato alle Olimpiadi per renderle una squadra al livello delle più forti.
Il loro percorso a questi Europei è stato netto, ma fino alla finale contro la Serbia erano in tanti a pensare che le avversarie incontrate non erano poi così forti e che i sogni dell’Italia si sarebbero infranti ancora una volta contro la formazione di Boskovic, l’opposta più forte del mondo, che questa sera è sembrata piccola piccola.
Perché le nostre non hanno lasciato nulla al caso, non hanno ceduto neanche per un momento di fronte ai suoi bombardamenti e poco alla volta hanno demolito tutte le sue certezze.
Senza le bordate di Boskovic la Serbia è apparsa una squadra normale, a tratti spaesata. Ma non è stato demerito loro. È stata la forza dell’unione, del sostegno e della fiducia reciproca. È stato il cuore che ha trascinato le Azzurre fino a un quarto set surreale, terminato 25-11. L’urlo liberatorio di Miriam Sylla sull’ultimo punto è quello liberatorio di chi ha sofferto e di chi si è rialzato. Proprio come quello di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, entrate nella storia per aver tinto di azzurro il podio dei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo, portando a casa tutte e tre le medaglie.
E noi non possiamo che ringraziare tutte queste ragazze per averci dato un’altra gioia – l’ennesima – di questa pazza estate che vorremmo non finisse mai.