Giuseppe Conte e Virginia Raggi per le iniziative politiche del ‘nostro scontento’
Virginia Raggi, sulla sua pagina facebook, fa passare interventi di ordinaria amministrazione come rivoluzioni. Le sue figuracce sono diventate storiche, come i suoi annunci. A cominciare da quell’invito tristemente famoso: «Venite a Roma ad ammirare la cupola del Colosseo». Parole che hanno fatto il giro del web trasformandosi in una barzelletta.
Nel video ufficiale pubblicato sui suoi social al posto del Colosseo c’era l’Arena di Nimes in Francia. Un errore che non farebbe neanche un bambino delle elementari. Una figuraccia capace di fare ridere il mondo intero. Poi lo scaricabarile sullo staff.
In un altro tweet ha commesso un colossale errore. «Roma è e sarà sempre antifascista. Ho deposto una corona per commemorare il 78° anniversario del bombardamento che nel 1943 colpì San Lorenzo e altri quartieri della città. Un evento drammatico che non dobbiamo dimenticare perché senza memoria non c’è futuro». Non si era resa conto, evidentemente, che il bombardamento su San Lorenzo fu opera degli alleati. Tremila le vittime civili. Erano bombe americane. Forse non l’aveva studiato.
Precedentemente, su Fb, la sindaca aveva ricordato l’anniversario della Liberazione di Roma del 4 giugno, citando però un altro storico evento, sempre il bombardamento di San Lorenzo. Per non parlare, poi, della colossale figuraccia per l’errore del nome di Ciampi sulla targa di inaugurazione della piazza intitolata al presidente emerito su Lungotevere Aventino. C’era scritto Azelio invece che Azeglio.
Ma le “uscite alla Raggi” che i romani ricordano sono anche altre. Ad esempio, Per l’idea di utilizzare pecore, capre e mucche per “brucare” l’erba delle ville storiche della Capitale. Oppure l’idea delle rondini per combattere l’invasione delle zanzare. E ancora, l’arruolamento delle mucche contro gli incendi.
L’ultima grana, per Giuseppe Conte, si chiama Roberto Cingolani. Il leader del M5S è stato costretto a convocare un incontro chiarificatore dopo le parole con cui il ministro della Transizione ecologica ha difeso il nucleare di nuova generazione e attaccato gli «ambientalisti radical chic». Ma il merito delle questioni è solo l’ultima manifestazione di un problema di potere interno al Movimento, nel quale Cingolani è l’estensione dell’ombra di Beppe Grillo e Luigi Di Maio sulla già traballante leadership del segretario.
«Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic e di ambientalisti oltranzisti; sono peggio della catastrofe climatica», ha detto Cingolani, sottolineando poi che sul nucleare «si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, e ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, prossima a essere matura. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia». Si tratta di posizioni indigeribili per il M5S, rese ancora più sgradite dal contesto in cui Cingolani le ha espresse: la kermesse politica di Ponte di Legno di Italia Viva.
All’apice delle polemiche scatenate internamente da queste parole di Cingolani, Conte si è visto quindi costretto a convocarlo. «Ho in programma un incontro per il 14 settembre con il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, per un chiarimento sui progetti e le politiche per l’ambiente e la transizione ecologica, anche alla luce delle recenti dichiarazioni pronunciate a un evento organizzato da Italia viva», ha fatto sapere Conte. Cingolani, riferiscono i retroscena, non avrebbe fatto una piega. D’altra parte il ministro ha dalla sua, oltre alla copertura di Mario Draghi, l’investitura arrivata direttamente da Grillo e la sponda di Di Maio.
Un argomento caro al Ministro è l’idrogeno, sul quale però egli genera confusione nominando insieme l’idrogeno delle stelle, l’idrogeno della fusione, l’idrogeno verde e l’idrogeno blu. L’idrogeno delle stelle lo mettiamo da parte perché non possiamo influenzarle. L’idrogeno della fusione anche. Infatti chi se ne intende non esclude un eventuale successo dei primi esperimenti dopo il 2050 e un’eventuale produzione di energia molti decenni dopo. L’idrogeno (verde o blu) poi, non è un’energia primaria, ma solo un vettore, che va sintetizzato consumando energia. La confusione sull’idrogeno ha diffuso nei media e nella popolazione la convinzione che l’idrogeno sia “l’energia del futuro”. Evocando spesso la chimera della fusione, inoltre, il Ministro contribuisce a farci attendere le soluzioni energetiche da un deus ex machina, invece di applicare le tante eco-tecnologie mature che già abbiamo.
Infine, ulteriore confusione è seminata dal Ministro quando avanza l’ipotesi di tornare all’energia atomica, come negli anni ’70, con fantomatici reattori atomici «di nuova generazione» che «sarebbe da folli non considerare». Svizzera e Germania hanno deciso di spegnere gradualmente i reattori. L’Austria non ne ha mai costruiti. Il Ministro, invece, ipotizza di costruirne di nuovi. Forse non sa che l’elettricità atomica costa sempre di più, mentre quella da energie rinnovabili costa sempre di meno e che la seconda ha già messo fuori mercato la prima in tanti casi.
Tutt’altra è la situazione della transizione ecologica in Francia, Svizzera, Austria, Germania e altre nazioni. In questi paesi, infatti, viene coltivata con successo un’immagine positiva, gioiosa, costruttiva e soprattutto partecipativa della transizione ecologica. Proprio per questo la transizione vede l’adesione attiva di decine di milioni di cittadini, spesso con iniziative e manifestazioni di base nelle scuole, nei quartieri e nelle città, con la partecipazione delle amministrazioni comunali e con i loro finanziamenti. Per riuscire, la transizione deve essere quella dei cittadini, non solo dei tecnocrati e degli eco-ingegneri. La riduzione consapevole dell’uso di energia è infatti nelle mani dei primi, non dei secondi. L’energia più ecologica è quella che non viene prodotta. L’immagine positiva della transizione proviene in parte dal basso ma in parte anche dalle “Agenzie per la transizione ecologica” create dai ministeri con bilanci di centinaia di milioni di euro. Ecco un investimento che sicuramente meriterebbe una quota del Piano di Rinascita.
Il Ministro sembra sottovalutare ancora una volta la portata di ciò che dice, quando impreca contro «ambientalisti radical chic, oltranzisti, ideologici, che sono peggio della catastrofe climatica».
”Il limite per la convivenza allargata del M5S nel governo è nelle misure, nelle riforme che fanno bene al paese: questo è l’unico metro di giudizio. Finché si fanno riforme che migliorano il paese, lo caratterizzano dal punto della vista della transizione ecologica e digitale, noi saremo convintamente a sostenere questo governo”, afferma il capo politico del M5S Giuseppe Conte, alla festa del Fatto quotidiano.