Ilaria Salis, Salvini: “Se colpevole non può insegnare”. Schlein: “Siamo al Medioevo”
Si infiamma la polemica politica sul caso di Ilaria Salis, la 39enne detenuta a Budapest dal febbraio scorso, ripresa in un video mentre viene portata in aula di tribunale al ‘guinzaglio’, in catene e con i ceppi ai piedi. L’accusa che pende sulla donna milanese è di aver aggredito due nazifascisti durante un evento nella Capitale ungherese. Ma ad alzare il tiro e ad attirare le polemiche sono le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ritiene “fondamentale chiedere condizioni di detenzioni civili, umane, rispettose, e un giusto processo”, ma aggiunge che “qualora fosse ritenuta colpevole, atti di violenza imputabili a un’insegnante elementare che gestisce il presente e il futuro di bimbi di 6-7-8 anni sarebbero assolutamente gravi”. E “se fosse dimostrata colpevole, ovviamente sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare”. Dalle opposizioni parte, allora, un fuoco di fila contro il leader del Carroccio. La segretaria del Pd, Elly Schlein, sbotta: “La Lega, anziché battersi per non vedere calpestata la dignità di una cittadina italiana, si mette a rovistare nel suo passato. Ancora prima che sia pronunciata sentenza, ha già deciso la colpevolezza, e mette altre catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria Salis richiamando accuse su cui è già stata assolta”. E ancora: “In questa nostalgia di Medioevo dove sparisce la presunzione di innocenza, Salvini si spinge ad affermazioni di un paternalismo insopportabile ma, se sostiene che chi è accusato di lesioni non possa fare la maestra, allora viene da chiedergli come possa chi è accusato di sequestro di persona fare il ministro”.