Milano e maternità surrogata in ‘Un sogno chiamato bebè’. Gasparri presenta interrogazione per annullare l’evento
Avvenire in un articolo a firma di Carlotta Cappelletti, svela che Milano si appresta a ospitare la fiera della procreazione assistita. Cappelletti ha visitato a Parigi il salone della procreazione assistita “Désir d’enfant” che si è svolto sabato 4 e domenica 5 settembre, un appuntamento dedicato alla procreazione artificiale che non trascura la maternità surrogata. Infatti, pur non espressamente menzionata nel materiale informativo della fiera, tuttavia compare in diversi incontri aperti al pubblico e alcuni stand che pubblicizzano anche la maternità surrogata, con catalogo di donatori di gameti.
La fiera arriverà anche in Italia. “Un sogno chiamato bebè” si terrà a Milano, nella città governata da Beppe Sala, il 14 e il 15 maggio 2022. «Il Salone della fecondazione assistita di Parigi – si legge su Avvenire – non è una novità: se ne tengono regolarmente in tutta Europa e anche fuori dai confini del Vecchio Continente. Mai in Italia, però, dove l’articolo 12 della legge 40 punisce con il carcere e con una multa chiunque “in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”. Ma a Parigi è stato presentato il calendario dei prossimi appuntamenti. Accanto a Colonia e Berlino, città già avvezze a ospitare una Fiera destinata a promuovere le più disinvolte pratiche per esaudire i desideri di ogni possibile aspirante genitore, a sorpresa spunta un prossimo appuntamento in Italia»
Cercando sul web si trova un un sito ufficiale della manifestazione, il quale spiega che “Un sogno chiamato bebè” è un «evento unico nel suo genere, che si terrà a Milano il 20 e 21 novembre 2021». In sostanza cambia solo la data rispetto alle notizie che arrivano da Parigi. I contenuti sono gli stessi: si tratta di una fiera della procreazione artificiale. Gli organizzatori fanno sapere ai futuri visitatori che troveranno «in un solo luogo, specialisti, consigli, prodotti, informazioni affidabili e supporto per aiutarvi a fondare o a espandere la vostra famiglia». Ecco come viene pubblicizzato l’incontro. «Un sogno chiamato Bebè è per chiunque voglia saperne di più sulla genitorialità e sulla fertilità. L’unico evento di informazione, supporto, consulenza e istruzione in Italia, dove saranno presenti i maggiori esperti mondiali di fertilità.
Sempre sul sito ufficiale si legge che non ci saranno soltanto stand rivolti a coppie interessate a trattamenti per favorire la fertilità, che in Italia sono legali. Sulla pagina web è infatti scritto: «Qui troverai informazioni sull’affido e sulle adozioni, discussioni su argomenti di portata internazionale quali il trattamento dei donatori, la maternità surrogata e le opzioni per le coppie e le persone Lgbt». In Italia l’utero in affitto è severamente proibito dalla legge.
La notizia ha scatenato subito proteste. Come riporta La Verità, il centrodestra sta chiedendo con una sola voce al sindaco di Milano di fermare la fiera. Lo pretendono associazioni come ProVita e famiglia. Matteo Forte, capogruppo di Milano popolare a Palazzo Marino, afferma: «Sarebbe interessante sapere», dice, «con quali autorità hanno preso contatto gli organizzatori della fiera prevista per il prossimo maggio a Milano per realizzare il Salone dell’utero in affitto. Già con la trascrizione all’anagrafe comunale di minori come figli di coppie omosessuali la giunta Sala ha legittimato non solo qualcosa che è espressamente vietato dalla legge, ma che risulta altresì disumano. Qualcuno si assuma la responsabilità e risponda».
Maurizio Gasparri, come riporta Avvenire in un altro articolo, ha presentato un’ interrogazione urgente al ministero della Salute perché intervenga per l’annullamento dell’evento. «Si eviti – dice al quotidiano cattolico – in Italia qualsiasi azione illegale che faccia riferimento ad una pratica che facendo leva sulla voglia di genitorialità sfrutta persone deboli, in questo caso soprattutto donne, e non ha alcun rispetto per la vita di bambini, trattati come un prodotto da banco».